Strategia del cambiamento

Di Giorgio Lavanton e Oliviero Cromabene.

Il liberalismo, si è detto, è una filosofia del diritto ed al contempo una filosofia delle istituzioni.
Ma per passare dalla teoria alla pratica, è necessaria una strategia per il cambiamento istituzionale.
A questo fine, la strategia proposta dal Breviario si riassume nei seguenti punti:

1- Prima necessità: la lotta intellettuale. Senza consenso non si va da nessuna parte, quindi la battaglia dovrà essere vittoriosa, entrando coraggiosamente nel campo avversario e sbaragliandolo. Parlarsi tra sé è inutile. La lotta intellettuale non può però ridursi all’attacco della classe politica o al sistema politico-giuridico, ma deve proporre alternative convincenti (sostituzione delle formule politiche).
Anche se brevemente (Breviario), tali concetti sono approfonditi qui.

2- Lotta e consenso vanno preliminarmente indirizzati mediante una sintetica Dichiarazione di intenti (come negli esempi settecenteschi della Dichiarazione di Indipendenza Americana, o quella dei Diritti dell’Uomo etc. francese) che possa successivamente essere inclusa in una modifica della carta costituzionale come preambolo ([1]) della stessa ([2]). Tale sintesi è necessaria per due motivi: in primis, per chiarire i cardini della lotta intellettuale. Secondariamente, perché il preambolo è vincolo e limitazione, necessaria ed inattaccabile, di qualunque Costituzione intesa a salvaguardare il diritto individuale. Partire da questo elemento impedisce deragliamenti in corso d’opera. Il preambolo proposto è descritto qui.

3- La strategia costituzionale per la riforma del sistema giuridico.
La riforma del sistema giuridico è basata sul principio che la modifica di un articolo costituzionale annulla l’effetto giuridico di decine di migliaia di articoli legislativi ordinari. Il Breviario ne parla (brevemente), qui.

4- La progressione strategica per la riforma istituzionale in senso scettico/garantista:
Poiché la modifica del sistema giuridico è inscindibile da quella del sistema istituzionale (basti pensare alla modifica della definizione di pena), e poiché la salvaguardia del diritto individuale richiede necessariamente l’istituzione di sistemi di garanzia e sorveglianza dell’autorità pubblica, la strategia in oggetto è assolutamente necessaria. Anche perché sarebbe disastroso introdurre senza strategia un sistema istituzionale che ancora non c’è. Si pensi solo all’istituzione di un sistema giudiziario completamente differente. Od uno fiscale. Od uno assistenziale o previdenziale. Vi saranno procedure immediate, altre lunghe ed altre in sequenza territoriale. La logistica della riforma è proposto qui.

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Note a pié di pagina

[1] Ad eccezione delle Costituzioni d’Italia, Austria, Belgio, Danimarca, Olanda e Svezia, normalmente le carte costituzionali contengono, prima delle disposizioni vere e proprie, dei preamboli in cui sono indicati gli obiettivi ed i programmi della costituzione, che di solito si richiamano alle dichiarazioni dei diritti fondamentali

Il preambolo enuncia i princìpi-cardine che ispirano la costituzione e che rappresentano, anzi, un corpo di norme inattaccabili anche da leggi di rango costituzionale. Gli stessi costituiscono i fondamentali criteri interpretativi delle costituzioni stesse e dell’ordinamento politico e giuridico.

[2] We the people etc., oppure la stessa dichiarazione dei diritti dell’uomo settecentesca inserita da De Gaulle come preambolo per salvare le istituzioni francesi.

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