Poteri politici: forme elettive

Dopo il post sui poteri politici e sulla necessità di separazione, i cui abbiamo evidenziato sia come potere specifico che come obiettivo quello della sorveglianza del potere politico, questo post propone, partendo da questa base logica, le forme elettive auspicabili per ogni singolo potere.

L’argomento è importante per tre motivi o, meglio, scopi. Il primo è l’attivazione per ogni potere la sorveglianza diretta dell’amministrato nei confronti dell’amministratore ovvero la democrazia (o demarchia, laddove esistente un elenco dei diritti inalienabili). Il secondo consisterebbe nella mantenimento della separazione dei poteri, mediante modalità elettive che ne escludano la collusione. La terza, l’accessibilità alla valutazione della competenza del candidato.

Ovviamente in Italia, dove non c’è effettiva separazione, si vota solo per il legislativo, o meglio per quei partiti e per quei candidati scelti dai partiti che costituiscono la classe politica del paese. Scordiamoci per un attimo questo modello a cui siamo abituati, consapevoli che nel mondo ne esistono altri.

Immaginiamoci quindi, ad absurdum, una identificazione più completa dei poteri politici, nonché una loro separazione ed una loro decadenza e rinnovo periodico attraverso sistemi elettivi, e cerchiamo di analizzare il sistema elettivo ottimo per ogni tipologia.

1- Esecutivo. E’ quello che gestisce il gettito fiscale. A mio avviso, va da sé che dovrebbe essere soggetto alla sola sorveglianza solo di chi lo genera. Cioè, chi paga le imposte (le quali, in un sistema di deducibilità liberalista, sarebbero pagate da ben pochi! Vedere post sulla deducibilità fiscale, in Diritto naturale e fisco).

2Giudiziario. In un approccio liberale classico, questo acquisirebbe una parte del potere legislativo (insieme alle giurie popolari, qualora manchi la tradizione giurisprudenziale).

In ogni caso, il valore del giudice è valutabile solo in ambito forense. Chi non è avvocato, che ne sai dei giudici o dei colleghi migliori? Rifacendoci poi all’obiettivo primario, ovvero la sorveglianza degli amministrati sugli amministratori, ne consegue che, a livello di primo grado, la magistratura andrebbe eletta (a decadenza obbligata, e per specializzazione) in ambito forense.

A livello di secondo e di terzo grado siamo invece in ambito di pura sorveglianza e correzione, quindi la composizione va effettuata in modo ancora differente. Tradizionalmente, dal legislativo e dal potere di sorveglianza (vedere dopo).

3-  Legislativo. In una impostazione liberale classica, questo non avrebbe l’importanza (e la produzione) a cui siamo abituati ora, in quanto avrebbe compiti giuridici sì, ma soprattutto di coordinamento, armonizzazione e sintesi, oltre che di sorveglianza (la separazione dei poteri ha l’obiettivo della sorveglianza reciproca). L’estensione del suffragio qui è poco importante. Può essere mantenuto universale, ma aspettandosi naturalmente percentuali di partecipazione molto basse.

Infatti, imitando il ruolo del legislatore ad aspetti quasi esclusivamente giuridici, il valore del candidato si identificherebbe nella sua competenza giuridica, da cui una partecipazione limitata naturalmente ad un elettorato informato. Non ideologizzato.

4 Sorveglianza. E’ il più importante. Sottolineo che, nonostante non abbia compiti amministrativo veri e propri, esso è il potere più vicino ai cittadini, che più a vicino li deve rappresentare. Quindi, l’elezione dovrebbe essere di tipo diretto, alla persona, e non al partito. E soggetta ad impeachment popolare in ogni momento.

Inoltre, dovrebbe detenere il vertice di un potere importantissimo: quello militare. Esplicitato come potere di veto sugli interventi e sulla composizione della corte marziale. Per due motivi:
Il primo è che, essendo il potere più importante (dopo l’elenco dei diritti inalienabili) esso va supportato dalla forza coercitiva maggiore.
Il secondo motivo è pescato dalla storia della filosofia politica: una certa “legge di Taylor”, secondo cui le istituzioni in cui il potere militare è effettivamente soggetto ai cittadini, le guerre non sarebbero mai iniziate nella storia.  Sembra cioè che i cittadini non vogliano mandare i propri figli a morire in guerra. Per cui questa parte del “potere federativo” andrebbe attribuita direttamente ai cittadini attraverso il potere che più li rappresenta. Anche solo col potere di veto.

Da queste considerazioni, se ne dedurrebbe la convenienza dell’universalità del suffragio, in quanto il rispetto del diritto naturale, obiettivo della sorveglianza, sarebbe innato, ovvero universale, indipendente quindi dal censo o livello di istruzione (anzi!). Per esemplificare, a morire in guerra ci vanno tutti. Non solo chi paga le imposte. Addirittura, nella tradizione romana antica il tribuno della plebe era rappresentante dei soli ceti inferiori.

D’altra parte, essendo un potere di sorveglianza nei confronti dell’operato dell’apparato pubblico, non ha senso che esso sia generato da chi fa parte di questo apparato.

Conclusione: pensatela come vi pare, ma la logica del pensiero whigh vorrebbe un suffragio che escludesse la non piccola fetta dei dipendenti pubblici e parapubblici.

Rapporti con l’estero. I rapporti con l’estero sono sia di natura commerciale che militare, ma anche di difesa dei diritti individuali dei cittadini all’estero attraverso le ambasciate, e di prevenzione dei conflitti attraverso i sistemi di intelligence. E’ quindi competenza dell’esecutivo ma con forte componente del potere di sorveglianza, come citato sopra.

Infine, un piccolo appunto sulla distribuzione di questi poteri. Al fine sempre di sorveglianza (il secondo pilastro del pensiero liberalista, dopo quello della limitazione del potere politico alla difesa del diritto naturale, o individuale), è bene che questi poteri siano amministrati il più possibile localmente, per poi essere replicati a livello sovraordinato con compiti più di coordinamento, confronto e sorveglianza che esecutivi/amministrativi. Anche il gettito fiscale andrebbe raccolto localmente, per poi essere parzializzato di quote per il livello sovraordinato, il quale ancora verrebbe parzializzato etc. Ora è il contrario. Lo Stato prende (quasi) tutto e poi distribuisce. Ma questo è un altro argomento…

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