Di Giovanni Adami.
Obiettivo impossibile? No. Anzi. È semplice. Basterebbe modificare le fondamenta del sistema giuridico, cioè la Costituzione, per far crollare tutto ciò che risulta in contraddizione con le nuove fondamenta.
In altre parole, una sola riga di articolo costituzionale può annullare l’effetto giuridico di migliaia di disposizioni normative, salvando il salvabile ed indirizzandolo.
E come noto, per il liberalismo il sistema giuridico è da vincolarsi esclusivamente alla difesa del diritto naturale (definizione qui ed approfondimenti qui).
Dimostreremo ora, con esempi, come brevi modifiche costituzionali possano rivoluzionare il sistema giuridico. Ma anche come la modifica del sistema giuridico necessiti la contemporanea riforma dell’architettura istituzionale (teoria delle classi politiche).
Esempio1: Il sistema istituzionale deve difendere, e mai offendere, il diritto di ogni cittadino alla vita, intesa sia come sopravvivenza che come libertà di autorealizzazione.
Questa semplice riga rivoluzionerebbe, tra le altre cose, il sistema fiscale. Che oggi compromette il diritto alla sopravvivenza di tutti coloro il cui reddito è appena bastante per il mantenimento di un certo numero di cittadini, e che il sistema fiscale assoggetta comunque a riduzione per contributi ed imposte.
Un articolo costituzionale siffatto basterebbe quindi a trasformare un sistema fiscale inumano, basato su arbitrarie detrazioni, in uno basato sulle deduzioni, che quindi aggredirebbe solo quella parte di reddito non necessaria alla sopravvivenza di tutti coloro che dipendono da quel reddito. Come in ogni paese civile.
Non solo: annullerebbe il cuneo fiscale con tutte le conseguenze sull’economia.
Nota1: va da sé che la norma è inutile se non fosse rispettata, e le responsabilità dei funzionari pubblici non individuabile e sanzionabile. Ecco perché le fondamenta giuridiche sono inutili se non affiancate da opportune architetture istituzionali (nulla poena, nulla lege).
Esempio2: Il diritto all’autorealizzazione include la libertà personale e la proprietà privata. Per libertà personale, s’intende disponibilità del proprio tempo e libertà di spostamento, al cui eventuale ed eccezionale pregiudizio va corrisposto equo indennizzo.
Un comma siffatto costituirebbe, tra le altre cose, un colpo mortale alla burocrazia, intesa come lavoro imposto e non retribuito al cittadino. L’ente responsabile di qualunque imposizione burocratica, dovendo corrispondere equo indennizzo per il tempo che fa perdere al cittadino, si appresterebbe a rimuovere l’imposizione. Anche qui, si vedrebbero effetti immediati sull’economia, non minori della riforma fiscale succitata.
Nota2: anche in questo caso, la norma è inutile se l’architettura istituzionale non prevede l’individuazione della responsabilità personale del funzionario pubblico (nulla poena, nulla lege) ma anche la fallibilità e quindi il commissariamento degli enti pubblici. E lo studio delle procedure di fallibilità porta inevitabilmente verso la devoluzione amministrativa verso gli enti locali, per cui il singolo fallimento è più gestibile ed indolore che per enti sovralocali.
Esempio3: La pena per ogni violazione della legge dovrà essere costituita dai seguenti tre contributi: risarcimento (del danno arrecato), rimborso (delle spese di repressione e di giudizio conseguenti) e deterrenza (stabilita dalla giurisprudenza). Giurie pubbliche sarebbero da istituirsi in caso di giurisprudenza nulla o obsoleta (secondo dimostrazione documentata del giudice).
Questo articolo rivoluzionerebbe il sistema giudiziario. Non più arbitrario, non più criticabile o diseguale nella formazione della pena. Ed aiuterebbe anche il giudizio stesso, basandosi primariamente sulla quantificazione del reale danno arrecato, senza distinzione tra penale e civile.
Nota3: come è evidente, l’attività del giudice diventa teoricamente meno arbitraria. Ma senza una riforma istituzionale della magistratura, che preveda ad esempio cariche elettive, di origine forense ed a termine, nonché sistemi indipendenti e separati di sorveglianza, il dettato giuridico potrebbe restare inutile. Ed è evidente che anche il sistema carcerario dovrebbe cambiare completamente, avendo ora come scopo il lavoro forzato ai fini di rimborso.
Conclusione: la teoria delle classi politiche è confermata. La variazione della formula politica non modifica solo il diritto, ma necessariamente anche le strutture istituzionali. Queste devono andare di pari passo con quelle giuridiche. Infatti, le Costituzioni sono sempre separabili in due rami: quello che vorrebbe vincolare il Diritto, e quella che dà forma alle Istituzioni.
Per questo secondo aspetto, La strategia per una riforma congiunta e progressiva che non crei danni è qui: Logistica della riforma istituzionale.
Indipendentemente dalla strategia, l’elenco delle riforme istituzionali da ritenersi immediate per evitare il collasso economico e civile è invece qui: Sequenza: come salvare il paese in 4 mosse.
Roberto
27 Lug 2020In effetti è semplice.