Lettera aperta ai “rivoluzionari” di un giorno solo.

leoni da tastiera

di Francesco Baiesi

Ma dove siete voi, che volete insegnare agli altri come ci si dovrebbe comportare, tra un elezione e l’altra? Che cosa fate oltre che mettere una croce su una scheda ogni 5 anni? Ma quanto vi hanno fatto il lavaggio del cervello se pensate che basti entrare in una cabina elettorale per poter dispensare patenti del buon cittadino a destra e a manca? Troppo facile sentirsi a posto con la propria coscienza dopo aver propagandato in modo interessato la partecipazione al voto di un referendum.
Avete mai fatto un banchetto in strada per raccogliere firme o adesioni per una causa? (Magari al freddo con la neve). O organizzato un evento informativo nel vostro comune, nella vostra biblioteca di paese? O dato dei soldi per una causa? Avete mai partecipato alla vita politica locale o nazionale? Oppure la vostra partecipazione è mettere una firma, per la qualunque, su change.org e condividere sulle vostre bacheche boiate prese da siti che fanno soldi sugli analfabeti funzionali? Per me chiunque si impegna in modo onesto, disinteressato e CONSAPEVOLE è meritorio di rispetto, a prescindere per cosa lo stia facendo. Ben più di chi va a votare e basta o va a votare “tanto per” (e in tanti anni da scrutatore ne potrei raccontare così tante che levati).
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SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “Uno, due, tre” di Billy Wilder

uno-due-tre-2

 

di Roberto Bolzan

Billy Wilder conduce un incredibile James Cagney con tempismo perfetto e un ritmo strepitoso in una storia per molti versi sorprendente. Il film ci riporta ai tempi cupi della guerra fredda, al checkpoint Charlie in una Berlino che proprio nei giorni delle riprese, per un bizzarro scherzo del destino, viene divisa in due dal muro.

Questi due brani danno l’idea di che cosa stiamo presentando:
James Cagney, come ti trasformo un comunista!
Il capitalismo è come un pesce morto al chiaro di luna… (altro…)

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ELETTORI A TEMPO DETERMINATO

di Alberto Piovani

Winston Churchill diceva che la democrazia è la peggiore forma di governo eccezion fatta per tutte le altre sperimentate finora.

Del resto già nel IV secolo A.C. alcuni grandi pensatori ateniesi avevano messo in guardia dal pericolo che la democrazia diventasse una dittatura della maggioranza.

In tempi più recenti i costituzionalisti liberali del XVIII secolo cercarono di ridurre il rischio di derive autoritarie delle democrazie moderne suddividendo il potere tra più istituzioni, creando un sistema di pesi e contrappesi, mettendo limiti alla possibilità dei governi di invadere la sfera individuale dei cittadini.

Guardando a come vanno le cose nelle democrazie occidentali viene da pensare che l’insieme di queste misure non abbia funzionato. (altro…)

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IN MEMORIA DI LUZ

luzlongjesseowens

di Andrea Babini

In questi giorni è nelle sale cinematografiche “Race”, un film che racconta la storia di Jesse Owens, cogliamo l’occasione per riproporre un articolo che pubblicammo su Facebook due anni or sono, quando ancora non esisteva il nostro sito internet. Narra la triste e romantica storia di un eroe di nome Luz Long, e della sua incredibile amicizia con Jesse Owens, fatta di sport e umanità. (altro…)

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SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “Race – Il colore della vittoria” di Stephen Hopkins

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di Roberto Bolzan

Jesse Owens vinse quattro medaglie d’oro alle Olimpiadi di Berlino del 1936. Il Fürer si rifiutò di stingergli la mano perché era nero. Questa è la storia che tutti conoscono.

L’inizio è interessante, con un grande uso di primi piani ravvicinati che  promettono bene.

Siamo alle soglie della Seconda Guerra Mondiale.  La federazione olimpica americana discute sulla partecipazione alle olimpiadi a causa delle restrizioni che la Germania di Hitler vuole imporre sulla partecipazione di atleti ebrei e di colore. Avery Brundage (Jeremy Irons) ha il ruolo di mediatore ed ottiene il benestare da Göbbels in cambio della partecipazione degli Stati Uniti ai giochi. Questa è favorita da una tangente mascherata da consulenza che permetterà in seguito il ricatto nei confronti della federazione stessa, che obbligherà gli atleti ebrei a non correre la staffetta. Owens la correrà e con questa otterrà la quarta medaglia d’oro ed il record mondiale di medaglie vinte in un olimpiade, che rimarrà suo per decenni.

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SCIACK!!! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “Brazil” di Terry Gilliam

Brazil

di Roberto Bolzan

De Niro, tutto intabarrato ed irriconoscibile con un paio di folti baffi, entra nella casa del protagonista per riparargli illegalmente l’impianto di riscaldamento centralizzato. Non vuole essere pagato perché la sua è una missione, quella di libero professionista sovversivo, esercitata contro una società completamente burocratizzata e asservita al controllo totale di una casta di tecnocrati. Morirà, alla fine, inglobato in un mostruoso turbine di moduli che gli appiccicheranno addosso fino ad annichilirlo. (altro…)

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SANITA’ IN ITALIA. UNA STORIA SECOLARE TRA SALUTE E OPPORTUNISMO. 5° puntata

medicina contemporanea

di Andrea Babini

 

5) Dagli anni 90 a oggi. Gli inutili tentativi di impedire un fallimento annunciato.

Il SSN iniziò a entrare in funzione tra il 1979 e il 1980 e il suo finanziamento era statale, cioè a carico della fiscalità generale. E questa era la più macroscopica anomalia del “sistema italiano della salute”. A fronte di un decentramento della spesa si manteneva a carico dello stato centrale la leva fiscale delle entrate per finanziarla, con una evidente mancanza di responsabilizzazione oggettiva degli amministratori.

L’aumento degli oneri e dei servizi, gli sperperi, la corruzione, le inefficienze, le logiche clientelari locali fecero triplicare i costi della sanità. Dopo pochi anni la situazione era già insostenibile e nel 1989 si istituì il “ticket”, introducendo il concetto della compartecipazione alla spesa sanitaria da parte dei cittadini e liquidando di fatto i bei principi “universalistici” e velleitari del diritto alla salute fissati in Costituzione. Ma era nulla rispetto a ciò che attendeva gli italiani negli anni a venire. (altro…)

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PERICLE, DEMOCRAZIA E PRIMI DUBBI.

atene

di Andrea Babini

Era consuetudine, in Atene, che alla fine di ogni anno si celebrassero le esequie dei caduti per la patria, cosi nel 431 a. C., in occasione della commemorazione dei caduti del primo anno della guerra del Peloponneso, tale compito spettò a Pericle, che del conflitto con Sparta era stato il massimo fautore .Da una lettura più attenta dell’epitaffio di Pericle si evince tuttavia come, in realtà, la celebrazione dei morti costituisca un mero pretesto per una presentazione ideologica della situazione politica : il tema prioritario, l’elogio dei caduti, viene affrontato piuttosto marginalmente ricorrendo ai luoghi comuni tipici dell’oratoria funebre, ma i cinque più importanti capitoli centrali sono interamente dedicati all’esaltazione di Atene e delineano un manifesto ideologico di chiarezza e potenza straordinarie. Occupano uno spazio preponderante, quindi, l’esaltazione della democrazia e della libertà sia nella sfera pubblica sia in quella dei rapporti privati, il rispetto delle leggi, la bellezza delle feste e dei riti, l’abbondanza e la varietà dei prodotti che allietano la vita di Atene, il rapporto equilibrato fra parola e azione. Atene è, in primo luogo, paradigma, modello esemplare degno di emulazione da parte degli altri; è democrazia in quanto guarda all’interesse di una collettività ampia invece che di una ristretta minoranza; Atene è, in conclusione, scuola dell’Ellade. (altro…)

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SANITA’ IN ITALIA. UNA STORIA SECOLARE TRA SALUTE E OPPORTUNISMO. 4° puntata

diritto alla salute 1948

di Andrea Babini

4) La Repubblica, il trionfo dell’ideologia velleitaria
Archiviata l’esperienza fascista con il tragico epilogo della sconfitta nella seconda guerra mondiale, nel 1948 la Costituzione Repubblicana, redatta da una Assemblea Costituente in cui la facevano da padrone le componenti, pressoché paritarie, cattolica e social comunista, sancisce all’articolo 32 “il diritto alla salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività” e affida la materia sanitaria e ospedaliera alle costituende regioni in termini legislativi e amministrativi, anche se non in esclusiva. Queste scelte, perorate in particolare dalla sinistra dell’assemblea, saranno gravide di conseguenze nel lungo periodo, e a mio modo di vedere assai nefaste, per le casse dell’erario e gli equilibri del welfare italiano. (altro…)

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PREVIDENZA, PENSIONI, REVERSIBILITA’.

pensionati e cantieri

di Massimo Testa

Cosa fa di norma lo stato?
Divide i cittadini in categorie di tutti i tipi, produttive, reddituali, anagrafiche e chi più ne ha più ne metta.
Mette in lotta queste categorie fra loro continuamente e grazie al giuspositivismo, quella scuola di filosofia del diritto oggi imperante secondo la quale la legge non fa riferimento a un insieme di regole astratte e generali comunemente accettate e in continua evoluzione nel tempo, ma esclusivamente alla legislazione che lo Stato stesso produce di volta in volta, legifera secondo i suoi intendimenti e le sue politiche.
Ciò favorisce, o fa credere di favorire, sempre interessi particolari, mai l’interesse generale.
Un esempio della conflittualità sociale che un simile sistema di cose produce lo possiamo facilmente riconoscere nel dibattito che sta seguendo alla proposta di cancellare la reversibilità delle pensioni. (altro…)

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SANITA’ IN ITALIA. UNA STORIA SECOLARE TRA SALUTE E OPPORTUNISMO. 3° puntata

chirurgia primi 1900
chirurgia primi 1900

 

di Andrea Babini

3) Da Giolitti al Fascismo
La riforma laicista di Crispi, in realtà, non ebbe esiti cosi profondi come il suo fautore si prefiggeva; anche durante i primi due decenni del ‘900, tutta una serie di esigenze pratiche e interessi localistici avevano allentato la rigida applicazione della legge e di fatto gli ordini religiosi (in particolare le suore) non erano mai usciti dalla gestione e dall’operatività degli ospedali. E questa “inversione di tendenza” si accentuò con l’avvento del fascismo. (altro…)

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TRENT’ANNI FA INIZIO’ IL VERO SCHIAVISMO DI STATO.

tasse

di Irene Ricci

Correva l’anno 1986, e il primo Marzo di quell’anno segnò l’inizio di una nuova era: quella in cui tutte le persone normali, quelle che non ammazzano e non rubano, che non scappano e non si nascondono, sono tenute e dare conto di ciò che fanno. Da allora non è mai finita, ma è solo peggiorata.
Ma quel giorno si cominciò a temere di essere colti in flagrante anche di reati che non sapevamo di commettere. Era la nascita dello “scontrino fiscale. (altro…)

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