La verità e il “rispetto per le opinioni degli altri”

di Maria Missiroli

Passo per verbalmente intransigente.  A volte anche verbalmente aggressiva. Certo, non in tutte le situazioni: dipende da quale è l’argomento e chi è l’interlocutore. Se sto discutendo di qualche tema serio, a voce o per iscritto, immancabilmente ad un certo punto arriva la replica: “Vuoi aver ragione a tutti i costi”, “Non riesci a tollerare che si possa pensare diversamente da te”, (altro…)

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Il potere ed i soldi

“I rapporti Oxfam e simili, che utilizzano criteri alquanto discutibili, non contribuiscono né a diminuire le disuguaglianze né ad aiutare chi è in una condizione di povertà, ma servono solo a foraggiare i professionisti dell’indignazione. “ Eccetera eccetera, capitalismo etico e tutto quanto. Bla bla bla.

Alla pubblicazione del rapporto che rivela che 8 persone possiedono la stessa ricchezza del 50% della popolazione mondiale, leggo questi commenti, certo giusti, ma non sono soddisfatto. Non svaluto chi vuole spiegare che il capitalismo consente il benessere più di qualunque altro sistema. Mi sta bene, ma non mi soddisfa.

Sempre in cerca di posizioni chiare ho bisogno di qualcosa di più. Qualcosa che centri l’obiettivo. M’interrogo sulle parole e mi chiedo cosa significhi ricchezza.
Da bambino avevo l’immagine di depositi di danaro, fare il tuffo nelle monete, un uomo tirchio che risparmia ogni cent e possiede fantastiliardi di dollari. Però Orwell racconta, nel suo meraviglioso “Senza un soldo a Parigi e Londra”, di avere conosciuto l’ultimo avaro di Parigi, un barbone morto conservando enormi ricchezze nel materasso. L’ultimo, appunto: epoca finita. Negli anni ’80 leggevo di ricchi arabi con i rubinetti dello yacht di oro massiccio, cioé del dispiegamento cafone della ricchezza come spreco e insulto alla povertà. E amici mi raccontano di aerei mandati apposta a prendere le rose appena spiccate dai giardini di Ryjad per qualche moglie del sultano che occupava piani interi di qualche albergo in Europa. Tutto finito, ché gli arabi adesso investono e nutrono le nostre aziende bisognose di capitali. Ci saranno ancora i capricci di qualche favorita, ma il cuore, the beef, è diventato un oculato impiego degli immensi capitali derivanti dal petrolio.
M’interrogo allora sul significato di ricchezza. Anni fa era Bill Gates l’uomo più ricco del mondo. Devo immaginare un uomo con un conto corrente con tantissimi zeri? non ci sono più l’epoca e le condizioni per immaginare depositi di monete. Sono allora zeri nell’estratto conto? ovviamente non è così. E non sono proprietà terriere, giacimenti minerari, fonderie d’acciaio, non ci dobbiamo immaginare un uomo che a gambe divaricate dà ordini ai suoi operai nel cortile di una fabbrica. Oggi sono Zucherberg o altri che, come lui, forniscono servizi che per noi sono essenziali. La loro ricchezza deriva dall’aver capito prima degli altri cosa ci serve e fornircelo in maniera gradevole e utile. E’ una ricchezza basata essenzialmente sulla fiducia; domani dovessero scoprire un vulnus nel sistema informatico, la ricchezza di queste persone sparirebbe all’istante. Anche fossero proprietari di miniere di rame o di immense coltivazioni di grano, quindi di beni ben tangibili e solidi, la ricchezza potrebbe scomparire in fretta dietro le fluttuazione dei listini di borsa. Al di là di tutto, la ricchezza è oggi costituita da azioni, partecipazioni, quote di società che hanno un valore. Zuckerberg detiene una quota di un’azienda ed è questa quota che viene conteggiata dai rapporti. Nessuno va a vedere il suo conto corrente, che potrebbe essere anche vuoto.

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Gerusalemme e gli ipocriti dell’ONU

 

di Giulio Meotti

Un po’ di storia utile su Gerusalemme: “Gerusalemme, la città era divisa dal filo spinato. Si chiamava “kav ironi”, la linea arbitraria di divisione della città. I cecchini giordani erano piazzati sui tetti, mentre i campi minati erano ovunque nella “no man’s land”, in ebraico “shetah hahefker”, lunga sette chilometri. L’unico passaggio fra le due parti della città, quella israeliana e quella giordana, era attraverso la celebre Porta di Mandelbaum, dal nome dei coniugi Esther e Simcha Mandelbaum, proprietari della casa dove passava il confine.

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La legge è sacra, ma non per Equitalia.

Avete visto cosa sta preparando il governo per riaprire a proprio favore i termini della rottamazione delle cartelle esattoriali? Un’azione veramente indegna e mostruosa, già messa in atto in passato e qualche volta stroncata (in ritardo) dalla Corte Costituzionale. Ma altre volte l’inganno è passato e comunque anche quando è stato fermato era già tardi, perché quanto interviene la Corte, di solito dopo un paio di anni, lo scopo prefissato ormai è irreparabilmente raggiunto. D’altra parte è noto che la Consulta funziona a corrente alternata. (altro…)

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La libertà all’università è la goliardia, non il ’68
Goliardi Bolognesi all'inaugurazione dell'anno accademico

La libertà all’università è la goliardia, non il ’68

Gli eventi di questo inizio  Febbraio presso l’Università di Bologna; gli scontri  dei collettivi studenteschi, degli autonomi, degli antagonisti e, vogliamo dirlo, di tutta la feccia di piccoli spacciatori e delinquentelli seriali che quel mondo senza capo ne coda si porta dietro con le autorità universitarie prima e le forze dell’ordine poi, ci ripropongono uno schema e un’immagine anacronistica, grottesca e ridicola, per quanto tragica, della vita dell’università bolognese. (altro…)

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IL POLITICAMENTE CORRETTO, LA GABBIA DELLE OPINIONI

di Andrea Babini

Con l’elezione alle presidenziali americane di Donald Trump e l’avanzata di varie forme di populismo in reazione al pensiero progressista dominante, si è reso evidente un problema, che nei decenni passati le intellighenzie occidentali non hanno voluto affrontare con un dibattito aperto; la reazione di rigetto di ampie fasce della popolazione verso l’omologazione del politicamente corretto. (altro…)

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LA SHOAH NON FU SOLO STERMINIO

Nei giorni scorsi si è celebrata la “giornata della memoria”. E’ stato un diluvio di commenti sui social e sugli altri media. Per lo più le persone hanno “testimoniato” e tanti altri hanno manifestato un certo disappunto nei confronti della ricorrenza.

Perché disappunto? Per due ordini di motivi: Il fastidio epidermico verso le “giornate tematiche” e il mantra ricorrente secondo il quale “ricordare” la Shoah sarebbe una sorta di torto agli altri crimini ed eccidi della storia umana. (altro…)

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Lo Zen della Libertà

Vi proponiamo la traduzione di un articolo apparso in un blog (l'originale lo trovate qua https://libertarianzen.blogspot.it/2013/01/the-zen-of-liberty.html?showComment=1463903084284#c7707409773694884479). L'articolo mette in evidenza alcune affinità fra lo Zen ed il libertarismo, affinità che speriamo…

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Lettera aperta ai “rivoluzionari” di un giorno solo.

leoni da tastiera

di Francesco Baiesi

Ma dove siete voi, che volete insegnare agli altri come ci si dovrebbe comportare, tra un elezione e l’altra? Che cosa fate oltre che mettere una croce su una scheda ogni 5 anni? Ma quanto vi hanno fatto il lavaggio del cervello se pensate che basti entrare in una cabina elettorale per poter dispensare patenti del buon cittadino a destra e a manca? Troppo facile sentirsi a posto con la propria coscienza dopo aver propagandato in modo interessato la partecipazione al voto di un referendum.
Avete mai fatto un banchetto in strada per raccogliere firme o adesioni per una causa? (Magari al freddo con la neve). O organizzato un evento informativo nel vostro comune, nella vostra biblioteca di paese? O dato dei soldi per una causa? Avete mai partecipato alla vita politica locale o nazionale? Oppure la vostra partecipazione è mettere una firma, per la qualunque, su change.org e condividere sulle vostre bacheche boiate prese da siti che fanno soldi sugli analfabeti funzionali? Per me chiunque si impegna in modo onesto, disinteressato e CONSAPEVOLE è meritorio di rispetto, a prescindere per cosa lo stia facendo. Ben più di chi va a votare e basta o va a votare “tanto per” (e in tanti anni da scrutatore ne potrei raccontare così tante che levati).
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