SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “Free State of Jones” di Gary Ross (2016)

di Roberto Bolzan61771_ppl

 

Amiamo i film senza retorica, quelli secchi ed asciutti che mostrano le passioni senza zucchero e al di là delle parole usate per esprimerle. E questo lo è.
Amiamo anche i film che usano l’impalcatura della storia per ambientare la piccola nicchia di una vicenda individuale, dalla quale inevitabilmente derivano interesse e potenza. E non c’è dubbio su questo, lo è.
Amiamo, infine, e ci piacciono i filmoni lunghi che danno il tempo alla storia di svilupparsi compiutamente.
Siamo dunque corsi a vederlo all’uscita, fiduciosi, anche perché avrebbe tutti i requisiti per piacerci, tenendo conto del fatto che narra di una micronazione, di schiavi e di libertà, tutti temi che ci fanno andare in solluchero.
Trattasi sostanzialmente di un dramma storico ambientato durante la guerra di secessione americana. Racconta la storia vera del contadino Newton Knight (Matthew McConaughey, ottimo) e della sua ribellione armata contro l’esercito confederato. (altro…)

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SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “Snowden” di Oliver Stone (2016)

locandinapg3di Roberto Bolzan

 

Abbiamo già scritto di Oliver Stone, a proposito di un film sperimentale e pazzesco, geniale e straordinario, Assassini nati.

Dieci anni dopo lo stesso regista, la stessa persona, ha prodotto un film sul comandante che ieri ci ha lasciati (senza che ci dispiacesse, se è consentita una nota personale). E’ da ricordare che l’intervista a Fidel Castro viene ritirata dal produttore HBO poco dopo l’uscita in seguito all’esecuzione a Cuba di tre dirottatori (leggasi gente che provava a scappare dal regime) e l’arresto di 70 dissidenti, evidentemente giudicando insostenibile la propaganda alla dittatura castrista.
Questo per dire che conosciamo le idee bislacche del regista, ma non abbiamo paura di nulla e ne parliamo ugualmente, senza remore. D’altronde egli si definisce anarchico e la cosa di per sé c’interessa. Abbiamo infatti molti amici che fanno la stessa confusione e pensiamo che una ventata d’aria fredda debba prima o poi arrivare a rimettere in ordine le idee; ma oggi non è così e quindi non trascuriamo nulla di quel che ci arriva di utile per le nostre riflessioni.

Il 5 giugno 2013 il Guardian rivela un ordine segreto del Fisa che dimostra che il governo degli Stati Uniti ha imposto a Verizon di trasferire alla National Security Agency (Nsa) i dati relativi a milioni di telefonate.
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SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “V per Vendetta” di James McTeigue (2005)

di Roberto Bolzan1

Ci capita di tanto in tanto di vedere dei film sovversivi e, da quando siamo titolari di questa rubrica, dedichiamo una cura particolare a quelli che non si può non avere visto.
Diamo  un’occhiata quindi a questo mito.

Derivata dall’omonimo fumetto (grafic novel in italiano moderno) del 1988, V per Vendetta ha ottenuto un successo mondiale nel 2005, quando la maschera di Guy Fawkes (il ribelle impiccato per la fallita congiura delle polveri del 1605) è diventata nell’immaginario comune simbolo della rivoluzione.
V per Vendetta è stato visto da molti gruppi politici come un’allegoria dell’oppressione da parte dei governi: libertari e anarchici hanno utilizzato la maschera di V per promuovere le loro convinzioni. Per ultimo, Anonymous, che dal 2008 utilizza il volto di Guy Fawkes come simbolo identificativo.

La storia è ambientata a Londra, in un futuro alternativo in cui il potere è nelle mani di un governo totalitario. In quest’ambiente si muove il protagonista, V, un enigmatico personaggio mascherato in cui il desiderio di libertà si fonde con uno spiccato spirito anarchico: carismatico e spietato, straordinariamente esperto nell’arte del combattimento e dell’inganno, V provoca una serie di atti terroristici cercando di esortare i suoi concittadini a ribellarsi alla tirannia e all’oppressione. (altro…)

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SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “Assassini nati (Natural Born Killers)” di Oliver Stone (1994)

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Si passa un pomeriggio di malinconia ad ascoltare i brani di un grande che ci ha lasciati e viene in mente un film che deve alla sua musica un contributo incancellabile. Un film nel quale musica e immagini si mescolano strettamente e non possono essere separati.
Le danze si aprono con Waiting for the Miracle di Leonard Cohen, appunto, e qualunque cosa scorra sotto le note di Cohen diventa immediatamente calda, erotica, affascinante e intrigante.

Parliamo di un film onirico e delirante, ingiustamente dimenticato eppure memorabile, straordinario, estremo.

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SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “I guerrieri della palude silenziosa (Southern comfort)” di Walter Hill (1981)

di Roberto Bolzanaa

In un romanzo di Stephen King un ragazzo percorre un’America sotterranea per recuperare il talismano che serve per guarire la madre malata di cancro. Nel Talismano il mondo sotterraneo è separato da un cielo di vetro dal mondo che conosciamo ed è allusivamente francofono. L’infero si irradia dall’Acadia degli ugonotti ed a noi è sempre piaciuto pensarlo con degli hot spot sparsi nel continente, dove il male antico si manifesta ancora, più vicino ai riti Micmac o Seminole che al nostro mondo.

Spiace tornare su autori già celebrati, ma non troviamo altro di interessante in questa vigilia di elezioni americane per parlare sempre di America ma in un altro modo che di una competizione triste e squalificata. O forse ci sbagliamo e non è triste e squalificata ma vitale in modo inaspettato; chi può sapere di questi corsi sotterranei, chi può sapere come l’antico sapere si può manifestare ai nostri occhi miopi?
Southern comfort narra di questo, senza perdersi in chiacchiere.

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SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “La notte dei morti viventi” di George A. Romero (1968)

di Roberto Bolzanlocandinapg1

Borges considerava la grandezza di Edgar Allan Poe osservando che era dovuta interamente a lui la creazione del genere poliziesco. A pochi scrittori è dato questo riconoscimento, che dev’essere considerato come il più grande che possa toccare ad un artista: quello di creare dal nulla un genere nuovo.

Il cinema è un’arte giovane e all’inizio quasi ogni opera è capostipite di un filone narrativo; a pochi altri iniziatori, pur tuttavia, è toccata la gloria che ha toccato George Romero che, quasi per gioco, con un gruppo di amici e pochi soldi, nell’estate del 1968 ha dato vita alla saga degli zombie con La notte dei morti viventi.

La storia è un classico: una strada di campagna, una grigia domenica pomeriggio, un’automobile che arriva in un cimitero. Barbara e suo fratello Johnny sono in visita alla tomba del padre quando improvvisamente vengono attaccati da una strano uomo che si muove lentamente e in maniera impacciata, ma che agguanta Johnny e lo uccide. Barbara riesce invece a fuggire e giunge a una casa isolata, dove trova rifugio.
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SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “The young Pope”di Paolo Sorrentino (2016). Serie TV

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di Roberto Bolzan

 

 

Abbiamo appena lodato il film Oscar di Sorrentino e non ci siamo mai occupati di serial tv, roba da giovinastri, ma l’Occhio è sempre sul pezzo e non perde un colpo. Ci siamo quindi, per dovere, visto l’inizio del serial e lo raccontiamo in presa diretta. Se sbagliamo è per la fretta, ma la cronaca ha le sue esigenze. Le prossime puntate ci diranno se ci abbiamo preso.

Lenny Belardo è un cardinale giovane, mite e dallo scarso peso politico. (altro…)

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SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “La grande bellezza” di Paolo Sorrentino (2013)

di Roberto Bolzanhqdefault

 

Più di tutti detestiamo i film che citano per nobilitarsi, ed ecco che per dovere ci tocca vedere un film che inizia citando Celine, forse non capendo quanto incauto sia citare l’autore che forse più di tutti è la lingua moderna, ma francese, e il viaggio entro l’uomo notturno. Scrittore irriducibile al cinema.
Ma siamo grati al Dito che ci costringe anche a vedere cose che altrimenti declineremmo senza dubbio e ci dà l’occasione per esercizi intellettuali inconsueti ma interessanti.
Lasciamo stare Celine, quindi, ed anche le menosissime citazioni sparse sistematicamente nel corso del lungo tour de force con la Roma stereotipata narrata nelle due ore e mezza, tanto dura la versione originale.

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SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “ Una notte d’estate (Gloria)” di John Cassavetes (1980)

di Roberto Bolzan unknown

Ci interroghiamo sempre su come nasca un capolavoro e se ci siano delle leggi scientifiche che consentono di fabbricarne uno a comando. E pensiamo all’autore che si mette a tavolino e, con tutta l’intelligenza e la furbizia del mondo, pianifica il capolavoro. Non funziona così.
Il capolavoro è fatto di bravura, certo e ovvio, ma anche di fortuna, di ispirazione, di amore, e poi di fortuna e del caso, e fortuna e caso rendono ogni capolavoro qualcosa di unico ed irripetibile.
Inutile quindi smontare i film e analizzarli fotogramma per fotogramma, alla ricerca del segreto nascosto. Non è questione di montaggio o di inquadrature, esattamente come da una radiografia non si coglie l’anima di una persona. E noi restiamo con la domanda del perché continuiamo a vedere questo film senza mai stancarcene e di cosa abbia di tanto straordinario. Eppure, è così, e siccome non riusciamo a staccarcene, ve lo consigliamo.

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SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “Escobar (Escobar: Paradise Lost)” di Andrea Di Stefano (2014)

di Roberto Bolzanescobar

Torniamo da un viaggio di affari a Medellin e non vediamo l’ora di vedere il film appena uscito nelle sale. Non potevamo mancarlo anche se diffidiamo dei registi italiani, diffidiamo dei film francesi, dei film belgi e moderatamente di quelli spagnoli, diffidiamo dei premi del Festival di Toronto, di quelli del Festival del cinema di Roma e detestiamo i film distribuiti nelle sale italiane due anni dopo la prima uscita ufficiale nei circuiti che contano. Per non dire come siamo prevenuti nei confronti degli attori canadesi.
Ma a questi pessimi auspici non si poteva che rispondere coraggiosamente, andandolo a vedere, e ben ce ne incolse perché la pellicola è onesta e merita.

Giustamente il regista e sceneggiatore, attore di giovane successo alla sua prima prova dietro la macchina da presa, evita di incastrarsi nella storia del più ricco e grande criminale che la storia abbia conosciuto (al netto dei criminali politici, che fanno storia a sé). La storia di Pablo Emilio Escobar Gaviria avrebbe facilmente travalicato i limiti della storia che si voleva raccontare, rendendola ingestibile.  (altro…)

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SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “Questa terra è la mia terra” di Hal Ashby (1976)

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Amiamo fra tutti Walt Whitman ed il canto della libertà. E nessuno l’ha cantata meglio di Woody Guthrie.

Il film è la vera storia di Woody Guthrie, cantante e suonatore di chitarra. Siamo nel 1936, l’America sta vivendo il momento drammatico della grande crisi. Unitosi ad altri disperati come lui, prima come clandestino sui treni merci, poi su sconquassati camioncini carichi di masserizie, raggiunge finalmente il Sud, dove trova un precario lavoro come raccoglitore di frutta. Si unisce a una squadra di disperati come lui. Lotta con loro per un migliore trattamento nel lavoro. Viene scoperto dal padrone di una radio; col suo talento potrebbe aver successo se si integrasse, ma preferisce sostenere con le sue canzoni le lotte dei lavoratori. Rinuncia a Mary e preferisce andarsene vagabondo per l’America, a cantare. (altro…)

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SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “I cavalieri dalle lunge ombre” di Walter Hill (1980)

di Roberto Bolzanlong_riders_ver3_xlg

Ci sono film perfetti del genere cerebrale, e li amiamo molto naturalmente, e c’è il western e nel western c’è stato il genio di Sam Peckinpah. Se si sa questo (e basta sapere questo) si possono vedere i film di Walter Hill e si può vedere il suo capolavoro.

Missouri, 1866. Finita la Guerra di secessione, Jesse James (James Keach), ex militare sudista che non accetta la sconfitta subita nella guerra di Secessione, si guadagna da vivere assaltando treni e rapinando banche a capo di una banda composta dal fratello Frank (Stacey Keach), dagli Younger (David, Robert e Keith Carradine) e dai Miller (Dennis e Randy Quaid). (altro…)

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