SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “Animal House” di John Landis (1978) con John Belushi

di Roberto Bolzan15489

Erano i Delta contro le regole. Le regole persero!

La fama di Belushi inizia con il Saturday Night Live. Dopo avere lavorato nello show National Lampoon’s Lemmings, una parodia del Festival di Woodstock che, invece di avere come slogan “tre giorni di pace e musica”, aveva “tre giorni di musica, pace e morte”, il Saturday Night Live diede alla folle esuberanza di Belushi il modo di esprimersi al meglio, con parodie sovraccariche e totalmente sregolate, spesso geniali.

Nel 1978 John Landis gli chiede di partecipare al film che sta preparando, una commedia satirica sulla falsariga di American Graffiti, appena uscito. Chi più dell’esuberante Belushi, nei panni di Bluto Blutarsky poteva essere indicato per trasgredire le ferree regole del college? Il futuro fratello del blues è la vera forza dirompente della pellicola di Landis: si schiaccia lattine di birra vuote sulla fronte, divora hamburger in un sol boccone e beve una bottiglia di whisky tutta d’un sorso, tanto che non è possibile parlare del film senza occuparsi di lui.

1962, in piena presidenza Kennedy, l’uomo della Nuova frontiera americana, del nuovo sogno. Due matricole del College Faber vogliono iscriversi a uno di club studenteschi. Rifiutati dall’Omega, frequentato dagli studenti di buona famiglia, trovano accoglienza allo sregolato Delta in cui l’elemento di punta è John Blutarsky (Bluto), sporco, grasso e maleducato.

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SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “Mars Attacks!” di Tim Burton (1996)

di Roberto Bolzanmars-attacks1

“Ho capito di aver creato con i miei film un club ideale per gli eterni ragazzi che amano i falliti, la libertà, i marziani e le donne che ti seguono con una valigia in mano….”

Siamo eterni ragazzi e abbiamo sempre amato Tim Burton e lui ci ha ricambiato sempre con altrettanto slancio, senza chiederci nulla in cambio. Amiamo il fumetto, il cinema di serie B, il trash, il punk e il pop in tutte le sue forme: da lì veniamo e lì siamo a nostro agio.

Mars Attacks è un film tutto da godere, una commedia nera e macabra e una parodia del fumetti e dei racconti di fantascienza degli anno ’50, quelli con i marziani verdi che invadono la Terra. (altro…)

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SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “Detenuto in attesa di giudizio” di Nanni Loy (1971) con Alberto Sordi

di Roberto Bolzan8010020039593F

A volte di un film basta la trama.

Giuseppe Di Noi, da anni trasferitosi in Svezia e sposato con una svedese, stimato professionista, decide di portare in vacanza in Italia la sua famiglia.
Alla frontiera italiana l’uomo viene arrestato senza che gli venga fornita alcuna spiegazione. Dopo tre giorni di carcere a Milano, apprende di essere accusato di “omicidio colposo preterintenzionale” di un cittadino tedesco. Convinto che si tratti di un equivoco, il malcapitato viene tradotto di carcere in carcere, fino alla località immaginaria di Sagunto ed internato in una cella di isolamento, in quanto, essendo considerato “latitante”, gli viene impedito di usufruire degli arresti domiciliari. (altro…)

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SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “Sopravvissuto – The Martian” di Ridley Scott (2015)

imagesdi Roberto Bolzan

Il Mars Pathfinder è stato lanciato nel dicembre del 1996 ed è atterrato su Marte nel luglio 1997. E’ rimasto attivo per tre mesi ed ha mandato a casa una quantità immensa di informazioni sul pianeta rosso.

Nostra figlia era appena nata e nel suo libro personale, con le ecografie e le foto dei suoi primi anni di vita, è compreso un articolo su questa straordinaria missione, con il titolo “l’animale che striscia su Marte ha il cervello di uno scarafaggio”. Potete immaginare l’emozione che abbiamo provato rivedendola nel film, rintracciata, riattivata e di nuovo in grado di comunicare con la Terra. Ma è l’unica emozione del film.

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SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “Nosferatu – il principe della notte” di Werner Herzog (1979)

nosferatu_locdi Roberto Bolzan

Harker, un agente immobiliare, viene spedito dalla Germania nei Carpazi per vendere una casa al conte Dracula. Questi si invaghisce della sposa dell’agente, vista solo in un suo ritratto, poi succhia il sangue a Harker e raggiunge la sua città in cui si sta diffondendo un’epidemia di peste.

Alla fine, ingannato dall’amore per la bella sposa, Dracula muore sorpreso dalle luci dell’alba ma, sorpresa!, la maledizione si perpetua tramite Harker che nel frattempo si è trasformato in un vampiro. E così il Male trionfa.

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SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “Lo chiamavano Jeeg Robot” di Gabriele Mainetti (2016)

Unknowndi Roberto Bolzan

Che dire.

Film borgataro, vagamente postneorealista alla Pasolini. Narra la miseria morale e materiale di Tor Bella Monaca attraverso le avventure di un gruppo di aspiranti rapinatori e dell’umanità squallida che ci gira intorno.

Siamo sempre stati respinti dal cinema italiano contemporaneo ma questa volta per dovere di cronaca ci siamo dovuti impegnare. E poi la nostra critica di riferimento, quella che scrive per il Foglio, ci aveva favorevolmente disposto… Ma siamo stati imbrogliati.

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SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “Thank you for smoking” di Jason Reitman

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di Roberto Bolzan

Arthur Schopenhauer. L’arte di ottenere ragione. Stratagemma numero 18
Se ci rendiamo conto che l’avversario ha messo mano ad un’argomentazione con cui ci batterà, non dobbiamo consentire che arrivi a portarla a termine, ma dobbiamo interrompere, allontanare, sviare per tempo l’andamento della disputa e portarla su altre questioni; in breve, avviare una mutatio controversiae.

Ed è quello che fa magistralmente Nick Naylor (Aaron Eckhart) come portavoce della Big Tobacco. La sua funzione principale è quella di combattere contro i detrattori delle sigarette convincendoli che fumare non è poi così negativo. I suoi amici sono i lobbisti dell’alcol e delle armi, è buon padre di famiglia, separato dalla moglie ma adorato dal figlio, e poi ama il suo lavoro. Tutti gli danno addosso e lui si difende con maestria, favella e arguzia. La sua vita, fra minacce, capi poco efficienti che “provengono dai distributori automatici”, e problemi quotidiani è tutt’altro che semplice.

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SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “Woman in gold” di Simon Curtis

di Roberto Bolzan

La vicenda è straordinaria e raccontata con semplicità ed efficacia.

È la vera storia di Maria Altman, nata viennese nel 1916 e morta nel 2011 negli Stati Uniti, di cui era diventata cittadina nel 1945 dopo esservi emigrata in seguito alle persecuzioni razziali naziste. Il resto della sua famiglia rimane in Austria e viene disperso e sterminato dai nazisti.

Negli anni ’90 la signora Altman, interpretata dalla splendida Helenn Mirren, decide di fare causa al governo austriaco per recuperare la proprietà di un dipinto che le appartiene. Si tratta del celeberrimo Ritratto di Adele Bloch-Bauer, olio ed oro su tela che ritrae la zia della protagonista su commissione del marito, l’importante industriale Ferdinand Bloch-Bauer. (altro…)

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SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “Uno, due, tre” di Billy Wilder

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di Roberto Bolzan

Billy Wilder conduce un incredibile James Cagney con tempismo perfetto e un ritmo strepitoso in una storia per molti versi sorprendente. Il film ci riporta ai tempi cupi della guerra fredda, al checkpoint Charlie in una Berlino che proprio nei giorni delle riprese, per un bizzarro scherzo del destino, viene divisa in due dal muro.

Questi due brani danno l’idea di che cosa stiamo presentando:
James Cagney, come ti trasformo un comunista!
Il capitalismo è come un pesce morto al chiaro di luna… (altro…)

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SCIACK! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “Race – Il colore della vittoria” di Stephen Hopkins

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di Roberto Bolzan

Jesse Owens vinse quattro medaglie d’oro alle Olimpiadi di Berlino del 1936. Il Fürer si rifiutò di stingergli la mano perché era nero. Questa è la storia che tutti conoscono.

L’inizio è interessante, con un grande uso di primi piani ravvicinati che  promettono bene.

Siamo alle soglie della Seconda Guerra Mondiale.  La federazione olimpica americana discute sulla partecipazione alle olimpiadi a causa delle restrizioni che la Germania di Hitler vuole imporre sulla partecipazione di atleti ebrei e di colore. Avery Brundage (Jeremy Irons) ha il ruolo di mediatore ed ottiene il benestare da Göbbels in cambio della partecipazione degli Stati Uniti ai giochi. Questa è favorita da una tangente mascherata da consulenza che permetterà in seguito il ricatto nei confronti della federazione stessa, che obbligherà gli atleti ebrei a non correre la staffetta. Owens la correrà e con questa otterrà la quarta medaglia d’oro ed il record mondiale di medaglie vinte in un olimpiade, che rimarrà suo per decenni.

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SCIACK!!! IL DITO NELL’OCCHIO AL CINEMA. “Brazil” di Terry Gilliam

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di Roberto Bolzan

De Niro, tutto intabarrato ed irriconoscibile con un paio di folti baffi, entra nella casa del protagonista per riparargli illegalmente l’impianto di riscaldamento centralizzato. Non vuole essere pagato perché la sua è una missione, quella di libero professionista sovversivo, esercitata contro una società completamente burocratizzata e asservita al controllo totale di una casta di tecnocrati. Morirà, alla fine, inglobato in un mostruoso turbine di moduli che gli appiccicheranno addosso fino ad annichilirlo. (altro…)

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