COME DIVENTARE UN BUROCRATE EFFICIENTE E VIVERE FELICE

burocrazia

di Enrico Galloni

Questa storia ha bisogno di una premessa breve ma fondamentale o rischia di essere fraintesa: sono assolutamente contrario ad ogni forma di contribuzione statale alle imprese.
Se così non fosse come potrei scrivere per i pixel del dito nell’occhio?
Il mio ideale di stato tende al minimo possibile, tassa pochissimo le imprese lasciandole libere di competere con poche regole chiare e stringenti e che vinca il migliore ça va sans dire….
Fatte le dovute puntualizzazioni confesso che in azienda da qualche tempo abbiamo deciso di cercare di massimizzare le contribuzioni pubbliche per lo sviluppo dei nostri progetti, la decisione è partita dalla constatazione che operare in uno stato che ti riempe di gabelle ad ogni piè sospinto è un’impresa titanica ed è inutile fare gli idealisti continuando a pagare come dei mezzadri per non ricevere nulla in cambio.
Ovviamente e molto keynesianamente c’è tutto un business di consulenza che prospera attorno alle sovvenzioni regionali, statali, europee, inail etc etc.. qualcuno vi dirà che si è creato lavoro per aziende che studiano i bandi, redigono documenti e rincorrono impiegati dei vari enti per ottenere timbri firme e bolli che faranno auspicabilmente avanzare la pratica, non posso negare che ci vuole una certa professionalità ma non dimentico nemmeno che senza questo castello burocratico le (vere) aziende avrebbero più soldi in cassa e quindi maggiore capacità di investimento ma soprattutto più tempo a disposizione e libertà per decidere come usare i propri guadagni.
Ci siamo quindi affidati a dei consulenti che sappiano districarsi nel mare magnum delle carte bollate ed abbiamo iniziato ad inseguire bandi di finanziamento a vari livelli, qualcosa abbiamo racimolato ma l’impresa è titanica: la burocrazia che si portano dietro questi bandi è incredibile e onestamente fuori portata per le piccole e medie imprese.
Anche una volta ottenuto il finanziamento compilare una reportistica credibile per non finire in problemi peggiori di quelli che si vuole risolvere consuma una quantità notevole di risorse aziendali che non possono ovviamente essere dedicate ad altre attività più produttive.
Ad ogni modo il concetto è semplice: i soldi ci vengono prelevati a prescindere che usufruiamo o meno di sovvenzioni, tanto vale organizzarsi per farne tornare in azienda più che si può.

Da sei mesi stiamo lavorando ad un business plan per i prossimi tre anni molto ambizioso, se tutto funziona come progettato introdurremo nuovi prodotti molto più tecnologici che amplieranno l’area di business facendo fare un salto di qualità ed una forte crescita all’azienda.
Il piano prevede nuovi soci con apporto di capitale, assunzione di personale qualificato ma anche una riqualifica di diverse persone già impegnate in azienda, a questo scopo ho individuato un percorso di formazione su alcuni aspetti critici e peculiari per il nostro business che intendiamo attuare nel corso di quest’anno.
Sappiamo già molto bene come organizzare i corsi, a chi affidarli e con che obbiettivi, ovviamente l’investimento è importante ed anche qui se possibile vorremmo riportarci a casa un po’ delle nostre tasse.
Quando si parla di formazione viene automatico pensare a Fondimpresa, anche i non addetti ai lavori avranno già sentito la pubblicità martellante su Radio 24 e si saranno quantomeno chiesti di che cosa si tratti.
Nessun regalo, una quota parte dei contributi INPS che l’azienda versa vanno ad alimentare un fondo per la formazione, se questo fondo non viene utilizzato entro un certo tempo dall’impresa contribuente il denaro versato va ad alimentare un non meglio precisato fondo generalista: in pratica i tuoi soldi vanno a qualcun altro.
Sembra facile ma non pensate che l’azienda possa spendere come crede questo denaro, la procedura prevede una burocrazia per la presentazione di un progetto di formazione che deve essere approvato dalle rappresentanze sindacali e poi da una commissione.
Siccome in azienda siamo brutti e cattivi e vessiamo molto i nostri collaboratori, nessuno dei trenta dipendenti è iscritto al sindacato, in questo caso c’è una procedura alternativa per cui si presenta il progetto ad una commissione che entro un dato tempo lo dovrebbe valutare e quindi approvarlo o respingerlo, in caso si ottenga la sospirata approvazione è necessario, pena la perdita della mancia, rispettare certosinamente tempi e programmi e redigere gli immancabili report secondo ben precisi formati (ricordo ancora: soldi dell’impresa non un regalo).
Chiedo aiuto al consulente del lavoro ed ottengo una risposta tra lo scettico e lo scoraggiato: “fondimpresa non mi piace. È troppo burocratico. etc”, mi rivolgo allora al consulente che ci segue i progetti di investimento più complessi e come mi aspettavo mi risponde che i progetti di formazione sono robetta troppo piccola per il suo studio e mi rimanda ad un servizio di consulenza online fornito da Fondimpresa stessa…
Ok mi dico, non mi do per vinto, se esiste una mail a cui scrivere assistenzacontoformazione@fondimpresa.it è già un punto di partenza e mi annoto mentalmente di inviare una richiesta non appena abbia un minuto di tempo.

Sono le 18.00 del 30 dicembre, tutti sono già andati a casa, l’azienda è buia e l’unica luce accesa è quella del mio ufficio.
E’ oramai una tradizione utilizzare i festivi per fare ordine, pensare o attivare nuovi progetti, questi sono gli unici momenti in cui il telefono non suona e nessuno ti piomba in ufficio per annunciare l’ennesima tragedia.
Mi ricordo dell’impegno a studiare gli oscuri meccanismi di Fondimpresa, rintraccio l’indirizzo mail e, senza grandi aspettative invio il seguente messaggio.

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Buonasera,
siamo un’ azienda specializzata negli impianti per la
trasformazione del cartone ondulato, a fronte di una forte crescita e di
nuovi prodotti più sofisticati che stiamo introducendo sul mercato vorremmo
stabilire un percorso di formazione per i nostri tecnici e
commerciali relativamente alle tecniche di stampa flessografica su cartone.
Il corso sarebbe organizzato da noi utilizzando consulenti specializzati nel
nostro settore con cui abbiamo già contatti per altre attività in corso.
Non abbiamo mai utilizzato fondimpresa ma riteniamo che sia giunto il
momento di farlo, la cosa che spaventa le piccole aziende come noi è la
parte burocratica che si fatica sempre a seguire.
Esiste un percorso di accompagnamento per far funzionare la procedura?
Non abbiamo rappresentanza sindacale in azienda e nessun iscritto al
sindacato, leggendo sul vostro sito mi sembra di capire che la cosa sia
comunque possibile.
Vi ringrazio anticipatamente per l’attenzione ed auguro un felice anno nuovo

Cordiali saluti
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Pigio invio e, conscio di data ed ora, mi accingo a fare altro sperando in una risposta per la befana, in realtà passano pochi secondi e ricevo la conferma di lettura del messaggio, dopo pochi minuti ricevo la seguente mail:

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Gentile e.galloni@
è stato creato il ticket TT151244 sulla segnalazione in oggetto:
“informazioni per conto formazione “.

Cordiali saluti.
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Ah ok, sto parlando con un robot, non c’è nessuno dall’altra parte della rete a leggere i miei messaggi se non un software che riceve la mail archivia e genera il ticket.
Va bene così, da un certo punto di vista questo tipo di reazione ti dà comunque la sensazione che la pubblica amministrazione si stia modernizzando ed informatizzando.
Non mi serviranno ore di code agli sportelli, la mia mail è ricevuta, protocollata ed al ritorno dalle ferie un impiegato la prenderà in considerazione dandomi le indicazioni su come portare avanti il mio progetto, a questo punto posso veramente mettermi a fare altro, mi sento certo che nessuno mi risponderà se non al rientro dalle vacanze.
Passano alcuni minuti e contro ogni previsione ricevo un’altra mail.
La osservo incredulo, controllo il mittente: sono loro, strano, vista la celerità della risposta iniziavo a pensare di essermi sbagliato ed aver scritto ad un cantone svizzero. ( non cito i cantoni a caso,ci ho avuto a che fare per altri progetti ed ho ottenuto risposte alle mie mail nel giro di dieci minuti alle sette di mattina!)
Apro la mail e leggo inizialmente incuriosito e poi stupito il messaggio:
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Gentile utente,
la segnalazione in oggetto e’ stata risolta e il ticket e’ stato chiuso, di seguito i dettagli:

Sintesi dell’intervento:

Ticket n°: TT151244.
Stato: Closed.

Soluzione: “Buongiorno,
vista la numerosità delle aziende aderenti non possiamo fornire assistenza personalizzata.
Per le modalità di presentazione di piani formativi in Conto Formazione, vi invitiamo a leggere la Guida (disponibile sul sito web www.fondimpresa.it
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!!!!!
Fine della storia, il robot è stato così bravo che mi ha risposto “arrangiati” di sua iniziativa senza nemmeno chiedere il parere di nessuno, i burocrati sono già tutti a sciare come da regolamento, l’unico pirla ancora al lavoro è il qui presente che per dieci minuti si è illuso stupidamente di avere a che fare con una PA in viaggio verso la modernizzazione.
Da decenni oramai discutiamo del fatto che il settore pubblico deve abbandonare le carte bollate e diventare più efficiente adottando le tecniche informatiche oramai standard nel settore privato dove le stesse azioni vengono svolte con maggiore efficienza.
Sono stati spesi molti soldi pubblici per investimenti, formazione e conferenze, è esperienza comune che a parte qualche rara eccezione i progressi sono ben pochi mi sono sempre chiesto come questo sia possibile visto la facilità di utilizzo delle tecnologie moderne.
L’informatica di per se non fa altro che automatizzare e rendere più veloci i processi che noi definiamo, se noi semplicemente la utilizziamo per automatizzare la nostra routine tradizionale perdiamo l’occasione di riflettere e modernizzare i processi eliminando procedure inutili e focalizzarci sul servizio e la soddisfazione del cliente.
Da sempre la pubblica amministrazione vive in funzione di se stessa e di certo non come servizio all’utenza, si tratta in gran parte di posti di lavoro artificiali “creati” dal politico di turno per aumentare il proprio consenso, per decenni ci siamo accodati a sportelli cercando di dialogare con impiegati svogliati al fine di ottenere risposta a procedure in realtà non necessarie ma inventate semplicemente per giustificare l’esistenza dell’amministrazione stessa.
Oggi la PA si è “finalmente” modernizzata e con i nostri soldi ha costruito robot che eliminano all’impiegato statale l’imbarazzante ruolo di guardarci svogliatamente in faccia e mandarci a quel paese , è un lavoro alienante, meglio che lo faccia una macchina e che gli umani se ne stiano belli imboscati nel backstage.
Scopro così che in Italia esistono due tipi di robot quelli privati che producono e quelli pubblici che ti mandano a vaffa…. a stare con lo zoppo si impara a zoppicare: le frontiere infinite dell’intelligenza artificiale che sconfinano nel fancazzismo artificiale.
Del resto una seria ed onesta analisi dei processi porterebbe al risultato che Fondimpresa è inutile e sarebbe molto più efficiente lasciare direttamente i denari in azienda affinché ne faccia l’uso che crede.
Stiamo scivolando in un mondo in cui robot e schiere di inutili call centers si frappongono tra i produttori ed i consumatori di ricchezza, il tutto con il beneplacito delle associazioni imprenditoriali. (confindustria &co).
La complicazione burocratica è una forte barriera di ingresso per accedere ai finanziamenti pubblici, bisogna avere una certa organizzazione per sostenere le pratiche senza perdere di vista il business e le aziende di grandi dimensioni che controllano le associazioni, hanno tutto l’interesse che i soldi restino inutilizzati, prima o poi finiranno nel fondo generale e saranno quindi a disposizione di chi è più “bravo” a navigare nella palude che ha contribuito a creare.
Mi si prospettano fine settimana al computer per studiare procedure bolle e sigilli che aprano la cassaforte dove sono custoditi i nostri soldi, devo portarli via prima che ci arrivi qualche “ricco assistito” e li utilizzi prima di me,
Nel frattempo continuo a sognare una nazione in cui le aziende possano decidere come investire liberamente i propri proventi per crescere e competere nel mondo senza aspettare che lo stato allunghi ogni tanto una mancia come premio per aver superato gli avatar della burocrazia sempre più efficiente nel suo essere freno alla voglia di intraprendere degli italiani.

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