di Barbara Di
Si è diffusa da tempo la pericolosa convinzione che l’unica dote richiesta ad un politico sia l’onestà, come se bastasse questo metro di giudizio a renderlo utile alla sua funzione, per lo più tollerata come un male necessario in una società.
Inutile rivangare come questa errata convinzione ci sia stata inculcata ad arte da un ventennio di inchieste interessate andate a braccetto di una sinistra autoproclamatasi paladina della moralità, senza alcun riscontro oggettivo peraltro, anzi.
Il punto semmai è chiedersi se davvero basti l’onestà di un governante a renderci la vita pubblica migliore o quanto meno più tollerabile.
In una società ci siamo e non ne possiamo uscire, al massimo possiamo emigrare in un’altra, ma volenti o nolenti l’egoismo sociale ci unisce per ottenere da una società organizzata il soddisfacimento dei nostri interessi come non potremmo mai raggiungerlo da soli.
Non si può ignorare però che, per il principio base dell’egoismo sociale, perché una società possa dirsi positiva da un punto di vista egoistico, il risultato, l’appagamento degli egoismi, ottenuto da ogni membro deve essere superiore a quello che avrebbe ottenuto impiegando le proprie risorse per se stesso. In caso contrario, o si ha uno sfruttamento ingiustificato delle risorse altrui oppure la società è in perdita e non ha nessuna ragione di esistere, meglio scioglierla.
E allora siamo sicuri che un idiota sindaco di una città non mi danneggi anche se onesto?
Nella Treccani si legge che idiota deriva dal greco e significa uomo privato, in contrapposizione all’uomo pubblico che rivestiva cariche politiche e dunque era colto, capace, esperto; quindi già in greco idiótes significava ‘uomo inesperto, non competente’.
E i greci antichi, che ne capivano sì di politica, non avrebbero mai fatto diventare un idiota sindaco di Atene perché non era adatto, li avrebbe danneggiati e basta, a prescindere dalla sua onestà, peraltro tutta da dimostrare.
Io non ne posso più di vivere in una città governata senza il minimo buon senso. Non ci vorrebbe molto, neppure un fine statista, basterebbe un po’ di logica e di senso pratico.
Non posso rischiare letteralmente la vita ogni giorno tra le voragini di strade dissestate e sentirmi dire dal meccanico, all’ennesimo costosto pezzo di ricambio, che la Vespa non è adatta alle strade di Roma. La Vespa è diventata famosa nel mondo grazie a Roma e io la dovrei cambiare perché mi servirebbe una moto da cross? Ma non ti vergogni?
Non posso sentire l’ultima assurda trovata di voler sostituire i sanpietrini con l’asfalto per risolvere il problema. Perché solo un idiota può sostituire, oltre che un pezzo di storia, l’unica pavimentazione che regge alle intemperie da secoli con una colata di catrame che salta al primo acquazzone creando crateri. Un giro sull’Appia antica ad imparare, no?
Un sindaco accorto e un briciolo competente dovrebbe saperlo che ci vuole una manutenzione ben fatta dei sanpietrini, con un fondo compattato a regola d’arte e ben battuti per farli durare una vita. E’ ovvio che se vai al risparmio e li appoggi come capita, non riempi come si deve gli interstizi, come hai fatto addirittura a piazza Montecitorio, non solo mi rovini tutti i tacchi, e non sai i nervi, ma saltano al primo camion di passaggio.
Parliamone dell’asfalto, poi. Qualsiasi asfaltista saprebbe dire ad un sindaco che un lavoro a regola d’arte, che prepari come si deve il fondo, usi le giuste dosi di catrame e sabbia e soprattutto lo rulli a dovere, crea un manto stradale su cui non scoppiano i bubboni come peste alla prima pioggia. E gli saprebbe anche dire che così lo paghi di più, ma il giusto, una volta e ti ammortizzi il costo per anni, mentre i continui rappezzi d’urgenza che fanno a Roma ci stanno costando più della costruzione di San Pietro.
E i cari vecchi muratori comunali che fine hanno fatto? E’ onesto o idiota a dare tutti i rappezzi a ditte esterne, e mi piacerebbe sapere quanto esterne davvero, a carissimo prezzo perché fatti sempre d’urgenza e per lo più senza appalti? Con la pletora di dipendenti comunali, e comunque pagati, non mi si venga a dire che non ci sono muratori in grado di farli prima e meglio. E se non ci sono, un bel corso di formazione per riqualificarne tanti che si grattano la pancia gli farebbe solo bene e costerebbe meno, oltre a salvarci la vita in strade ai limiti dell’omicidio plurimo.
Ma lui ha risolto: prendete l’autobus o andate in bicicletta come me. E se non si è spaccato la testa su piazza Venezia è solo perché la scorta lo protegge, come se Roma fosse Amsterdam, non avesse sette colli, il centro storico più grande del mondo e qualche milione di persone che ci circola ogni giorno senza uno straccio di mezzo pubblico su cui non rischiare la morte per asfissia.
E basterebbe davvero un minimo di buon senso ed un righello per alleviare la situazione del traffico anche senza grandi opere, visto che le casse sono vuote. Una viabilità che non ha alcuna logica, che anziché preoccuparsi di far fare alle auto il tragitto più breve per andare da A a B, riducendo così smog e traffico, ti costringe in un labirinto di sensi unici, studiato di certo dal Minotauro per far impazzire chiunque. Se ai bei tempi antichi tutte le strade portavano a Roma, oggi ogni senso unico cerca solo di buttartici fuori, costringendoti a riversarti su un lungotevere sempre più intasato, quando sei fortunato e non trovi i vigili che giocano col joystick dei semafori per bloccarlo definitivamente.
Parliamo anche dei semafori già che ci siamo. Mai notato che le rotonde sveltiscono il traffico in tutto il mondo tranne che a Roma? No, noi ci divertiamo a guardare i colori che cambiano più volte prima di riuscire a passare. Non ti dico poi quelli inutili dove basterebbe un palo da lap dance per risolvere tante vane attese. E come se non bastasse le poche che ci sono hanno pure le precedenze sbagliate per cui chi è dentro la rotonda deve dare assurdamente la precedenza a destra vanificandone del tutto la logica di scorrimento. Senza considerare che non hanno neppure capito che fare una grande piazza artistica centrale, pagandola uno sproposito, anziché le due corsie di scorrimento ed immissione blocca solo il traffico invece di smaltirlo. E dire che anche l’ultimo degli ambientalisti dovrebbe capirlo che una macchina bloccata due ore al semaforo inquina quattro volte di più di una che fa il tragitto in mezz’ora.
E con lo stesso buon senso basterebbe prendere la piantina e capire che non ha alcuna logica mantenere i percorsi degli autobus studiati certo dalle oche del Campidoglio, presumibilmente in forte stato di ebbrezza, dove non c’è una linea che ti faccia lo stesso percorso all’andata ed al ritorno, dove per andare in linea retta da A a B devi cambiare 7 mezzi. D’accordo che Roma non ha la pianta di Milano, ma pure un bambino con un righello e un compasso sarebbe in grado di prendere la cartina, cancellare tutte le linee e rifarle con una banale logica milanese: linee rette dalla periferia al centro e linee concentriche dal centro alla periferia, così che per andare in qualsiasi parte della città al massimo devi aspettare alla fermata solo due mezzi, e viste le lunghe attese sai quanti improperi in meno che ti prendi.
E già che ci siamo parliamo dei mezzi pubblici, per pura ideologia peraltro, ché certo funzionerebbero meglio privatizzati, ma questa è un’altra storia, perché solo un idiota, col disastro che sono, può vantarsi di aver aperto le officine il pomeriggio, pagando di più i meccanici, quando non ci sono i soldi per i pezzi di ricambio, mancano gli autisti e l’Atac pullula di dirigenti inutili.
La stessa idiozia che ti fa vantare di raccogliere i rifiuti la domenica. Io me ne frego se sei onesto, ma mi togli la raccolta differenziata porta a porta che funzionava degnamente e mi costringi a buttare tutto in cassonetti stracolmi e puzzolenti, per la gioia di topi e scarafaggi, e svuotati poco e male in settimana. Sai che goduria sapere che paghi gli straordinari festivi agli spazzini che non passano più nei giorni feriali. Se proprio devi pagarli di più falli passare la notte come si faceva una volta, anziché bloccare il traffico delle 9 di mattina, costringendoli a prendersi una marea di insulti e metterci dieci volte più tempo.
E dulcis in fundo, davvero solo un idiota può lasciare che le foglie autunnali marciscano sulle strade e nei tombini fino ad agosto e annunciare urbi et orbi che da settembre assumerà 200 cassintegrati per la stessa pulizia straordinaria dei tombini per cui ha già speso 3,5 milioni nell’agosto del 2013 senza risolvere assolutamente nulla, anzi peggiorando la situazione. Perché mi pare evidente che abbia un serio problema con la comprensione del susseguirsi delle stagioni, quello strano fenomeno per cui le foglie cadono in autunno.
E allora io davvero me ne frego della sua onestà, anche questa peraltro annunciata e tutta da dimostrare, se è solo un dannoso idiota, ossia un incompetente uomo privato per nulla adatto a governare una città che sta solo distruggendo.
Non oso pensare, d’altro canto, quali e quanti danni farebbero all’Italia altri dannosi idioti, privati cittadini del tutto incompetenti ed ignoranti, che ci vogliono far credere che l’unica dote necessaria ad un politico sia l’onestà, anziché solo il minimo indispensabile.
Piuttosto che ad una presunta moralità, allora meglio affidarsi al diagramma della stupidità di Cipolla nello scegliere un politico, per cui, visto che benefattori puri non ne esistono molti in natura, lo preferisco intelligente, ossia che faccia bene agli altri oltre che a se stesso, anziché uno stupido che fa danni a tutti senza neppure trarne vantaggio.