di Roberto Bolzan
Non ridete. Siamo andati a vedere anche questo cult stracult.
Per principio evitiamo i film premiati a Cannes e mai ci sarebbe passato per la testa di derogare a questo proposito. Però ci è sembrato doveroso farlo, visto che un amico che stimiamo ce ne ha parlato bene e noi ammettiamo sempre la possibilità di essere prevenuti e per cecità e superbia perderci dei capolavori. Ci è successo tante volte nella vita, perché non con un’arte viva come il cinema?
Ahimè ci sono leggi della natura che non si possono cambiare.
Diciamo subito allora che l’idea di base era buona, per non dire ottima. Un chirurgo provoca la morte sotto i ferri del suo paziente ed l figlio di questi fa ammalare i suoi figli chiedendogli di sacrificarne uno per pareggiare i conti. Altrimenti moriranno tutti.
Questo thriller, trattato con garbo e polso, avrebbe potuto produrre un film degno di nota. Ma cos’è successo?
Diciamo subito che la critica è persino più fastidiosa del film in sé, che è comunque un’agonia di quasi due ore.
La critica ha subito fatto l’equazione regista greco – mitologia greca. E’ così ovvio, no? quindi Ifigenia, anzi Ἰφιγένεια ἡ ἐν Αὐλίδι, Chiaro no? Bene, vi assicuro che non c’entra una beata fava. Forse la figlia che si offre di sacrificarsi? mah, si trata di una parte così minuscola nella trama del film…
Non serve nemmeno fare notare che il titolo si riferisce ad un cervo mentre nella tragedia di Euripide la dea Artemide invia al sacrificio una cerva femmina.
Non paga di questa raffinatezza, la critica ha notato che il regista ha utilizzato musiche di Ligeti e notando altresì nel cast la bella Nicole Kidman ha fatto due più due ed ha pronunciato Kubrick. Da qui il paragone tra i due registi che, permettetemi, costringerebbe ad usare il tirapugni e pestare forte. Perché a tutto c’è un limite.
E quindi la meccanicità dei dialoghi richiama quella di 2001 Odissea nello spazio. Ma qui era funzionale al fatto che l’attore principale è HAL9000, un computer, e quindi gli umani sono necessariamente privi di emozioni. Nel nostro film è frutto di una scrittura cerebrale ma senza intelligenza e senso,
E quindi i corridoi dell’ospedale come quelli dell’Overlook hotel, con le stesse carrellate. Ma andate a vedere la steadycam di Shining e poi ditemi se è la stessa roba.
Il film in sè è modestissimo, se non che presenta momenti in cui lo spettatore viene torturato senza pietà. Nicole Kidman si rivela per quello che è, l’attrice più sopravvalutata del momento, Colin Farrell modesto anch’egli, senza vita e scaglionato, Barry Keoghan è salvato da una faccia che mette paura. Gli altri, poverini, fanno del loro meglio.
Non vi diciamo il finale perché vi rispettiamo. Vi rispettiamo anche se lo vorrete nonostante tutto andare a vedere. Vi diciamo solo che il sacrificio, ad onta della sacralità con il quale è presentato, è una scena patetica e ridicola che grida vendetta. Il tirapugni, e pestare forte.