4 DICEMBRE 1993: MUORE FRANK ZAPPA

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Lo statunitense Zappa (1941-1993) è stato un compositore, chitarrista, cantante, arrangiatore, direttore d’orchestra e produttore discografico statunitense. È considerato uno dei più grandi geni musicali del ‘900, capace di fondere molti generi a lui precedenti e contemporanei ottenendo un risultato insuperato. Definire il genere musicale di Zappa è quasi impossibile, ma si può affermare che fosse coinvolto in ambiti musicali come rock, blues, jazz, fusion, progressive, avanguardia, musica classica, satira e cabaret.

Zappa fu perennemente in bilico tra il rock il jazz, il teatro dell’assurdo e la ricerca musicale più avanzata. Passando e ripassando all’infinito sulle molteplici linee di congiunzione di tutti i generi musicali, egli trasmette la sensazione di una purissima anarchia musicale non scevra da influssi classici e romantici. È di fatto riconosciuto come uno dei maggiori compositori contemporanei. Autodidatta, potenziato da una creatività ipernormale e da una simpatica smania di protagonismo, preparatissimo e terribilmente serio sul piano professionale, i suoi testi sono spesso Dada e Stakanovisti. In realtà il suo progetto musicale (che lui definiva il “Progetto/Oggetto”) consisteva nel dedicarsi al proselitismo fra i fricchettoni e i lunatici, per poi proporre la sua musica seria e complicata dissimulata dietro una facciata rock sardonica e parodistica, condita con testi permeati di cinico e sbeffeggiante realismo, anche a costo di essere perseguitato per anni da luoghi comuni e leggende metropolitane. Assistendo a un suo concerto, specialmente dal 1980 in poi, quando l’espressione del suo progetto aveva raggiunto la piena maturità, non si poteva rimanere indifferenti di fronte alla sua “figura” sempre più simile, nelle movenze, a quella di un burattino: vero mimo, con il naso molto prominente, si muoveva tra la musica dirigendola e raffigurandola. Mimica e teatralità erano perfettamente fuse con musica e scenografia: da ciò ne scaturiva lo spettacolo con l’insieme dei musicisti – valenti esecutori, ma non solo – che si costituivano parte integrante del pensiero musicistico di Zappa in maniera straordinariamente spontanea. Tra i numerosissimi aneddoti e vere e proprie “scene” presentate prima, durante e dopo i suoi concerti, di grande impatto fu l’idea/scena che mise in atto a Pistoia l’8 luglio 1982: fece installare un megaschermo (mezzo non molto diffuso all’epoca) sul quale – in contemporanea al suo concerto – veniva proiettata la partita Germania Ovest-Francia dei mondiali di calcio. Prima di cominciare a suonare disse semplicemente e con pesante slang americano: «Chi non capisce un tubo della musica che faccio può tranquillamente guardarsi le partite… così non ha buttato i soldi del biglietto». I suoi principali riferimenti musicali erano Igor Stravinskij, Edgar Varèse, Olivier Messiaen e, prima che fosse di moda, la world music; era attratto dal canto a tenore sardo, dalla musica classica indiana in stile dhrupad, Ravi Shankar e la musica bulgara. Per lui la distinzione tra “musica pop” e “musica seria” non aveva alcun significato («All’idea che il compositore crede di aver attinto qualche cosa di artistico corrisponde il fatto che quella musica non offre gran che a chi ascolta. Io ho un altro atteggiamento: anche se la maggior parte della gente non ama quello che faccio, quelli a cui piace si divertono; non la consumano perché è arte, ma perché ci provano gusto» disse in un’intervista. Lo si potrebbe da questo punto di vista descrivere come uno dei primi compositori postmoderni.

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