di Gabriele Galli
L’ampiamente prevista vittoria di Alexis Tsipras nelle elezioni greche è stata salutata dai media italiani come una ventata d’aria fresca e come un chiaro segnale del fatto che gli europei sono stanchi dell’ “austerità” imposta dai tedeschi.
Senza distinzione di colore politico, tutti i pasdaran della spesa pubblica e dello statalismo nostrano ed europeo, da Meloni a Lepen, da Salvini a Vendola hanno infatti manifestato grande soddisfazione per la vittoria di Tsipras il quale è stato dipinto come una sorta di salvatore, un uomo che ha in pugno la situazione, colui che non pagherà, colui che finalmente avrà le palle di raccontare ad Angela Merkel come stanno le cose e chi comanda veramente. Questa retorica è veramente penosa. Tsipras è infatti l’ennesimo ladro nella notte che si appresta a governare con i consueti metodi il suo sfortunato paese. Infatti egli racconta solo balle, nulla di ciò che promette è possibile, nulla di ciò che afferma è vero. Mi soffermo su un paio di questioni. Il nuovo capo del governo ellenico promette elettricità gratis e afferma che i responsabili della crisi greca sono la Troika e Angela Merkel. Ora vediamo di ristabilire un po’ di verità usando il buon senso. Con buona pace degli ingenui che credono a queste fesserie, l’elettricità non diventa gratis perché lo afferma Tsipras e non lo diverrebbe nemmeno se si facesse una legge in questo senso. Le leggi contro la realtà sono infatti “lettera morta”. L’elettricità non può essere gratis perché essa ha dei costi di produzione, di acquisto e di erogazione che continuano a sussistere indipendentemente dal nome e dal colore politico del capo del governo. Se i costi dell’elettricità invece di essere coperti mediante bollette inviate agli utenti, lo saranno mediante la tassazione ordinaria, non cambia infatti nulla. Se qualcuno avrà qualcosa di gratis, sarà perché qualcun altro paga in sua vece. E state certi che quel qualcuno sarà sempre lo stesso: i lavoratori autonomi e i dipendenti del settore privato. Gli unici che, nonostante tutto, continuano a produrre ricchezza e a essere “tosati” da quelli come Tsipras che, non soddisfatti, li accusano anche di essere la rovina del paese perché evadono il fisco. Come se pagare le tasse a uno stato che, solo fare alcuni esempi, considerava suonare strumenti a fiato un lavoro usurante, pensionava a 1000 euro al mese le donne nubili 36enni e faceva volare gratis in tutto il mondo i dipendenti della compagnia di bandiera e le loro famiglie, fosse utile. Ad affossare la Grecia non è dunque stata la Troika, ma la spropositata spesa pubblica e gli osceni privilegi concessi a chi di questa spesa pubblica beneficiava. Se dei politici disgraziati hanno drogato di spesa pubblica un intero paese per decenni, indebitandolo fino al collo, non è colpa dei tedeschi cattivi. Se i politici greci hanno deciso di comperarsi i voti con i soldi degli altri e con il debito pubblico la colpa è solo loro e di chi li ha votati. E invece di abbassare le orecchie e di mettersi al lavoro per ridurre il debito e per salvare il salvabile, che fa il nuovo “lider maximo”? Fa lo spavaldo, promette nuova spesa pubblica, nuove assunzioni da parte dello stato e sbraita che lui i debiti non li paga. Chiunque si comportasse sul piano personale in questo modo sarebbe considerato moralmente e penalmente un delinquente. Chi non paga i propri debiti, infatti, vive alle spalle degli altri danneggiandoli a volte in maniera irreparabile. Pensate quale triste destino spetta ai lavoratori di un’azienda che non riesce più a riscuotere i propri crediti. Se un vostro amico prestasse soldi a qualcuno che li usa per ubriacarsi e giocare al casinò e poi non glieli restituisse, voi da che parte stareste? Dalla parte del vostro amico o da quella del beone? Chi sta dalla parte di Tsipras sta dalla parte del beone disonesto che fa bagordi alle spalle degli altri. Se la Grecia non pagherà il proprio debito, turlupinerà chi l’ha comprato. Differentemente da quello che Tsipras e i suoi compari affermano, il debito greco non è nelle mani di speculatori cattivi ma nei portafogli d’investimento di comuni risparmiatori che verrebbero quindi buggerati. Non pagare debiti liberamente contratti significa rovinare il futuro di chi si è fidato di noi, significa vivere alle spalle degli altri e distruggere l’economia. Chi sta dalla parte di Tsipras non solo ha una doppia morale, ma non capisce nulla di economia. Se la Grecia non pagherà il proprio debito o se esso verrà ridotto (in parte lo è già stato), significa che gli stralussi concessi ai parassiti dai governi greci li pagherà qualcun altro. E questo qualcun altro magari sarà costretto a chiudere la propria azienda facendo finire lavoratori in mezzo alla strada, distruggendo così ricchezza, prosperità e futuro. È un concetto elementare che chiunque sia in buona fede può comprendere. Tuttavia i parassiti in buona fede non sono e preferiscono votare di nuovo chi promette loro la possibilità di dare seguito a quello che hanno sempre fatto: vivere alle spalle degli altri.