COME TI MANDO A PUTTANE LA PROSTITUZIONE. UNA MODESTA PROPOSTA

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di Alberto Piovani, Andrea Cavallini e Andrea Babini

E’ il mestiere più antico del mondo, e se questo corrisponde al vero significa che la “domanda” in questo settore non ha mai subito flessioni. Appassionati consumatori in particolare sono gli italiani, molti clienti li potete trovare tra i politici che fanno bella mostra di se al Family Day.
Ma. chiaramente. se un settore è florido lo Stato Italiano non resterà a guardare e presto o tardi volgerà la sua rapace attenzione agli incassi delle “signorine”. Se pensate che la cosa sia impossibile vi invitiamo a tener presente che gli introiti della prostituzione in questo paese sono conteggiati nel PIL e periodicamente le varie forze politiche populiste propongono la tassazione della prostituzione come taumaturgica misura per rivitalizzate le esangui casse dell’erario, non mancando ovviamente di condire la proposta con cifre campate in aria e mirabolanti che, mai come questa volta, ci permetterete di definire “puttanate”.
Insomma il settore “tira” (prometto è ‘ultimo doppio senso) e certa politica lo sta da anni tenendo d’occhio con sinistro interesse. La domanda che di fronte a queste proposte è legittimo porsi è “ma è lecito che lo Stato tassi una attività come la prostituzione?”. Ora, questa domanda ve la ponete voi persone per bene, perché per lo Stato Italiano non v’è nulla che non sia lecito tassare e del resto ormai è manifestamente ladro e assassino, perché dovrebbe provar vergogna ad essere anche pappone?
Insomma prima o poi le “signorine” dovranno dotarsi di libretto delle ricevute fiscali, libri contabili e registro dei corrispettivi. Ma quello che sorprende è che le “rappresentanti di categoria” delle prostitute da sempre auspichino e chiedano a gran voce di essere tassate in cambio della completa legalizzazione e del riconoscimento del loro mestiere. E questo a noi fa specie perché dimostrano di non sapere cosa significa essere gestiti dallo Stato italiano, ma se è questo che le “ragazze” vogliono ci par giusto accontentarle. Perché le sfighe, se te le cerchi, è giusto che le trovi.
Come ben sapeva Reagan “c’è un solo modo in cui un governo approccia un settore; tassarlo se funziona, regolarlo se funziona ancora e sussidiarlo quando finalmente smette di funzionare”.
Ecco quindi, sulle orme di Bastiat nella sua perorazione in difesa dei commercianti di candele, la nostra “modesta proposta” per una regolamentazione della prostituzione in linea con le direttive europee, le principali norme del commercio e del lavoro e i principi della Costituzione italiana:
1) I locali dovranno essere adeguati per ventilazione e luminosità, avere il doppio bagno con antibagno e docce antiscivolo, i letti e dovranno avere dimensioni rispettose delle direttive comunali emanate dal sindaco e dalla sua giunta. I materassi dovranno essere tassativamente in materiali lavabili e anti-acaro.
2) I profilattici dovranno rispondere ai requisiti minimi di sicurezza chimica, fisica, batteriologica, prodotti da ditte certificate ISO 9000 e rigorosamente a marchio CE. Una volta usati dovranno essere smaltiti secondo un preciso protocollo SISTRI con specifico registro di carico e scarico. Il volume di profilattici smaltiti sarà la base per la valutazione degli studi di settore e dell’aliquota applicata dall’Agenzia delle Entrate (e se non sono entrate queste…).
3) Gli orari dovranno essere stabiliti entro determinati limiti e comunicati al sindaco e alle autorità sanitarie competenti, deve essere stabilito un periodo di ferie nel quale è obbligatorio farsi sostituire da una collega per non lasciare scoperta l’utenza. Il periodo dei Saldi sarà deciso con apposita delibera dal sindaco.
4) Il consumatore non potrà essere discriminato in termini di razza, aspetto, ceto e religione. Saranno stabilite tariffe agevolate per i giovani sotto i 16 anni e i pensionati sopra i 65. I disoccupati iscritti alle liste di collocamento e i grandi invalidi di guerra accederanno gratuitamente al servizio e la professionista sarà rimborsata dal SSN secondo un prontuario dei prezzi stabilito da una apposita commissione regionale.
5) Ogni prostituta dovrà dichiarare la sua cilindrata e in base alla categoria potrà servire clienti sotto i 15cm, tra i 15 e i 20cm e sopra i 20 cm, l’eventuale infrazione comporterà una sanzione in natura da pagare al vigile che le contesta l’ammenda.
6) i Clienti dovranno firmare un modello per la gestione dei dati sensibili. Tale modello andrà rinnovato di anno in anno e conservato in armadio chiuso a chiave.
7) Le prostitute non i regola con i corsi antiincendio e di prevenzione per la sicurezza sul lavoro saranno sospese dalle attività con ritiro della licenza per un periodo da una settimana a sessanta giorni.

Lasciamo invece aperto al dibattito, pubblico e parlamentare, la definizione di un adeguato regime pensionistico; fare una cassa previdenziale di categoria? inquadrare la prostituzione nell’INPS? E anche la definizione di specifiche particolari, si tratta di mestiere usurante? Sono ammesse cooperative? Le ragadi anali sono infortunio sul lavoro? La mastoplastica può essere messa a bilancio come investimento aziendale?
Sicuri di fare in tal modo felici le rappresentanti “sindacali” delle prostitute e di rispondere alla loro smania di essere “statalizzate”, abbiamo altresì la certezza di mandare in crisi il settore in non più sei mesi, dando così soddisfazione al contempo anche ai benpensanti.
Ma non vi preoccupate, poi arriveranno i sussidi.
Con le tasse degli interinali.

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