A partire dal 1696 nel Regno Unito, fu introdotta una tassa alquanto curiosa, quella sulle finestre. L’importo di tale tassa era valutato in base al numero delle finestre e alla loro dimensione. I ricchi non ne risentirono particolarmente, mentre proprietari di immobili più modesti, per non avere ulteriori tasse da pagare, decisero di murarle o altri ancora di realizzarne di false disegnate a trompe-l’oeil sulle pareti dei palazzi. Ancora oggi nelle case inglesi è possibile trovare queste “finestre cieche”. Ancora una volta, è lo sforzo bellico a giustificare la Window tax, varata nel 1696 per fare cassa contro le armate di Luigi XIV di Francia sul Continente europeo. La tassa, impostata su un criterio di progressività, era composta in due parti: la prima era un’aliquota unica di due scellini ad abitazione, la seconda invece riguardava il numero di finestre. Quelle con meno di dieci, erano esentate. Quelle con un numero da dieci a venti finestre pagavano ulteriori quattro scellini e infine quelle con più di venti aperture ne pagavano otto. Ma anche questa legge era facilmente aggirabile: murando le finestre. In molte case d’epoca molte finestre ancora oggi sono rimaste murate per aggirare l’odiata imposta, definita, in una richiesta di esenzione mandata al Tesoro da un pastore della Chiesa di Scozia, “una tassa sulla luce e sull’aria”. La tassa fu soppressa solo nel 1851.
31 DICEMBRE 1695 – TASSA SULLE FINESTRE
- Galli Gabriele
- 31 Dicembre 2016
- Accadde Oggi
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