20 MARZO 1994: ILARIA ALPI E MIRAN HROVATIN VENGONO ASSASSINATI A MOGADISCIO

 

Ilaria-Alpi_Miran-Hrovatin

“Somalia: uccisi due giornalisti italiani a Mogadiscio – Mogadiscio, 20 marzo – La giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e il suo operatore, Miran Hrovatin, sono stati uccisi oggi pomeriggio a Mogadiscio nord in circostanze non ancora chiarite”. Il Caso Alpi/Hovatin comincia così, con queste poche righe, ancora frammentarie, battute alle 14.43 del 20 marzo 1994 dall’agenzia ANSA sui terminali dei quotidiani e delle televisioni italiane. E con questa terribile vicenda comincia anche la battaglia solitaria, ma incessante, alla ricerca della verità, dei genitori di Ilaria Alpi, Luciana e Giorgio. Un altro mistero, un altro caso non risolto. Chi – e soprattutto perché – ha assassinato due giornalisti, inviati in una zona di guerra particolare come la Somalia diventata, da tempo ormai, un inestricabile crocevia di traffici illeciti ben nascosti dietro il paravento ipocrita della cooperazione internazionale? Né una commissione d’inchiesta parlamentare appositamente creata, né la giustizia italiana hanno saputo offrire una risposta credibile ai tanti dubbi succitato dall’orribile omicidio perpetrato a colpi di kalashnikov.  Per il duplice omicidio, dopo anni di indagini, l’unico colpevole riconosciuto è Hashi Omar Hassan, arrivato a Roma per testimoniare sulle presunte violenze di militari italiani ai danni della popolazione somala. Arrestato e rinviato a giudizio, Hassan è stato assolto in primo grado, condannato all’ergastolo in appello e quindi a 26 anni definitivamente in Cassazione. Hassan sta scontando la pena nel carcere di Padova, ma sul suo reale coinvolgimento nella vicenda c’è più di un dubbio. La perizia della Polizia Scientifica ricostruì la dinamica dell’azione criminale, stabilendo che i colpi sparati dai kalashnikov erano indirizzati alle vittime, poiché l’autista e la guardia del corpo rimasero indenni. Ciò fa apparire poco credibile la versione ufficiale, quella di un omicidio a scopo di rapina. È verosimile pensare dai documenti ritrovati che I duue giornalisti avessero scoperto un traffico internazionale di veleni, rifiuti tossici e prodotti radioattivi nei Paesi industrializzati e stivati nei Paesi poveri dell’Africa, in cambio di tangenti e armi scambiate coi gruppi della guerriglia locale. Né la commissione, né l’inchiesta giudiziaria hanno però approfondito la possibilità che l’omicidio possa essere stato commesso per le informazioni raccolte dalla Alpi sui traffici di armi e di rifiuti tossici.

 

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Chiudi il menu
×
×

Carrello