17 GIUGNO 1940: STALIN OCCUPA LE REPUBBLICHE BALTICHE

 

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L’occupazione sovietica di Estonia, Lettonia e Lituania fu una delle conseguenze del patto Nazi-Soviet firmato da Russia comunista e Germania nazista l’anno precedente. Nonostante le opposte appartenenze ideologiche,  i due totalitarismi, entrambi decis a espandersi a danno delle nazioni confinanti,  trovarono un accordo circa la spartizione dell’Europa orientale.  Spartizione che realizzarono nei primi mesi del secondo conflitto mondiale. Ai sovietici toccarono Estonia, Lituania, e Lettonia, mentre la Polonia, invasa dai nazisti, fu spartita tra Hiler e Stalin in parti piu’ o meno uguali lungo la linea tracciata dal fiume Vistola.  Il patto Nazi-Soviet assegnava ai Russi anche la Finlandia ma essa non fu mai occupata totalmente per via della resistenza gloriosa dei Finlandesi che tennero i Russi in scacco per ben 5 anni durante i quali furono combattute ben 3 guerre. La resistenza degli stati baltici fu invece totalmente inefficace e l’Armata Rossa li occupo’ in meno di una settimana. L’aggressione sovietica contro le repubbliche baltiche avvenne quando l’attenzione del mondo era rivolta sulle azioni militari nell’Europa occidentale e Stalin ebbe buon gioco ad accusare pretestuosamente Estonia, Lettonia e Lituania di cospirare ai suoi danni, l’Unione Sovietica lanciò un ultimatum chiedendo nuovi privilegi, tra cui l’entrata di più truppe nelle repubbliche. In condizione di isolamento internazionale, i deboli piccoli ed indifesi governi baltici si arresero in pochi giorni e le tre repubbliche furono così invase ed occupate da alcune centinaia di migliaia di soldati sovietici. Alcuni giorni dopo, alcuni comunisti locali e quelli di importazione sovietica, guidati da emissari di Stalin, costrinsero i governi locali a dimettersi formalmente e a proclamare “governi del popolo” nelle tre repubbliche. Nel mese successivo, “elezioni” parlamentari furono dirette dai comunisti locali fedeli all’Unione Sovietica e tutti i candidati non comunisti ne furono esclusi, e molti deportati in Siberia. Ulteriori brogli furono realizzati in alcuni seggi, per nascondere il fatto che parte della popolazione con i sovietici stessero boicottando le elezioni pilotate. Molti furono obbligati a votare la lista unica comunista. In agosto i nuovi parlamenti, composti interamente da comunisti, si “appellarono” unanimemente all’Unione Sovietica al fine di diventare parte di essa. L’appello fu accolto e le repubbliche, formalmente annesse all’Unione Sovietica, persero la loro indipendenza. Nel giugno del 1941, la Germania nazista ruppe il patto coi sovietici e li attacco’: gli stati baltici furono occupati dalle truppe del Reich e rimasero sotto il giogo nazista per qualche anno per poi ritornare sotto il controllo russo nel 1945.  La loro loro indipendenza sarebbe stata riacquistata nel 1991, con il crollo dell’Unione Sovietica.

Nella foto Stalin stringe la mano al ministro degli Esteri nazista Ribbentrop durante la cerimonia della firma del patto.

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