Grecia, bolle informative ed universi paralleli

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di Enrico Galloni

Al contrario di ogni previsione quest’anno sto viaggiando in Grecia abbastanza frequentemente, a causa della crisi mi sarei aspettato di non andarci per niente visto che vendo impianti industriali e l’unica ragione che ho per visitare un paese al di fuori del turismo è perché qualcuno in quel paese sta investendo.

A dispetto della situazione in Grecia sono in corso di studio, tra mille difficoltà, diversi investimenti industriali ed alcuni vengono anche realizzati.

Quelli che mi riguardano si trovano entrambe in una zona particolare: Salonicco, questa città si trova relativamente vicina a Macedonia, Albania e Turchia tutte aree dove l’economia sta viaggiando abbastanza bene e con i bassi costi greci se si ha una buona qualità di prodotto è facile esportare.

La prima cosa che si nota lavorando a progetti nel paese è lo scollamento tra l’economia reale ed il sistema paese in sé, non è detto infatti che in un paese in fallimento non vi siano aziende in forte crescita e ben gestite, il problema è l’infrastruttura dei servizi su cui contano che rende qualsiasi operazione un’impresa titanica.

Le banche in crisi di liquidità rendono incerto qualunque pagamento, la certezza dei tempi di trasferimento del denaro su cui ci basiamo noi una volta ordinato un bonifico è completamente saltata.

A dispetto di quanti soldi abbia nominalmente sul conto un’azienda i tempi di disponibilità del pagamento al creditore non dipendono dalla data dell’ordine di bonifico ma da quando la banca avrà liquidità sufficiente per onorare l’ordine stesso.

Il primo effetto di questa situazione è che i fornitori esteri, pur fidandosi del cliente, richiedono pagamenti anticipati non fidandosi delle banche e, siccome queste pagano quando possono, è praticamente impossibile pianificare il lavoro: ogni volta è necessario attendere che arrivi il denaro e da quel momento si inizia a gestire la fase di progetto per cui si è ricevuto il pagamento.

In una situazione come questa ci si aspetterebbe che gli imprenditori fossero imbufaliti con il proprio governo ed invocassero a gran voce una liberalizzazione dei mercati, meno stato ecc. ecc. al contrario quelli che incontro io sono assolutamente pro Tsipras, anti Merkel ed anti Europa.

Come può essere? La cosa fa riflettere sulla possibilità che i fallimenti dello stato portino effettivamente le popolazioni a capire quali errori lo stato ha commesso ed a correggere i loro comportamenti di voto, quando si è immersi in un fallimento non è facile mantenere il distacco anche perché leggere la realtà dall’interno non è per niente facile: la tua azienda ha commesse, tu lavori come sempre 15 ore al giorno ma tutto d’un tratto lo stato non ha più soldi, le banche nemmeno ed il mondo intorno a te inizia a sgretolarsi.

Ho discusso in maniera diplomatica con diversi imprenditori, principalmente ho ascoltato.

In primo luogo prevale l’orgoglio greco: abbiamo dato la civiltà e la filosofia al mondo etc., poi il focus passa ai casi di corruzione in Grecia in cui sono rimaste coinvolte aziende tedesche una tra tutte la Siemens (qui un esempio) da cui si deriva la logica del complotto: noi saremo falliti ma alla Germania faceva comodo etc, da ultimo si punta il dito contro la speculazione finanziaria auspicando il divieto dei derivati e dei credit default swaps additandoli come causa della crisi dell’euro e non vedendoli affatto come semplici strumenti assicurativi ed indicatori della salute finanziaria di un paese.

Non parlo greco e potrei sbagliarmi ma sono abbastanza convinto che i miei amici si trovino nel bel mezzo di una bolla informativa. Lo spunto è interessante per ragionare in materia a prescindere dalla situazione greca.

Tutti viviamo in una bolla informativa, ognuno ha la sua, l’argomento sta diventando attuale con lo studio degli algoritmi dei motori di ricerca ma io sono convinto che in scala minore il fenomeno accadesse anche prima, andiamo con ordine.

Cosa si intende per bolla informativa? Si tratta dell’insieme di notizie a cui una persona accede per formarsi un’opinione o semplicemente per restare al corrente degli eventi; recenti studi evidenziano che l’estrema selezione delle fonti da cui attingiamo notizie in funzione dei nostri gusti/convinzioni, rischia di farci vivere in una bolla informativa che può limitare alquanto la nostra esposizione ad idee nuove o diverse.

Per fare un esempio pre-internet che chiunque può verificare su se stesso: è alquanto confortevole leggere sempre articoli con cui ci si trova d’accordo e che rinforzano le nostre convinzioni oppure aggiungono argomenti alle nostre discussioni al bar con gli amici, lasciandosi andare a questa naturale ed umana sensazione finiremo con l’escludere quasi totalmente la nostra esposizione ad idee nuove e diverse.

Se una volta la cosa si limitava, per fare un esempio terra terra, al fatto che se uno si informava sul “manifesto” di certo non andava a controllare cosa ne pensava Montanelli dello stesso argomento, oggi gli algoritmi che governano i nostri canali informativi su internet tendono a fare per noi questo tipo di lavoro con l’obbiettivo di renderci più gradevole la navigazione dei siti e sperando quindi di mantenerci fedeli fruitori degli stessi.

Facebook, google solo per parlare dei più famosi imparano i nostri gusti dalle nostre ricerche, da quanto tempo ci soffermiamo sulle varie notizie, a poco a poco costruiscono il modello dei nostri gusti e tendono a proporci solo o comunque in grande evidenza gli argomenti di nostro interesse.

Pur vivendo nella società dell’informazione ed avendo a disposizione miliardi di idee diverse attraverso la rete, ognuno di noi vive in una sua bolla che si autocostruisce, un confortevole bozzolo di informazioni con cui essere d’accordo e che confermano le nostre convinzioni. (Storia della definizione)

Tutto ciò in fondo non è niente di male se non estremamente noioso almeno per uno come me che ricerca le novità in ogni minuto della sua esistenza.

Fino a che la nostra società è composta di svariate bolle che magari a volte tra loro si contaminano grazie a qualche rara discussione reale e non virtuale tra persone disposte ad ascoltarsi e confrontarsi, esiste una certa pluralità di idee e la probabilità di non cadere in un pensiero unico.

Il problema nasce quando la bolla informativa diventa unica e nazionale a causa di un sistema stato/stampa che propaga solo certe notizie e solo certe idee non necessariamente false ma accuratamente selezionate per dare una determinata immagine della realtà; persone in difficoltà e fortemente colpite dalla crisi sceglieranno molto probabilmente le informazioni e le idee più confortevoli quali: sono i tedeschi ad essere cattivi e la speculazione internazionale ci sfrutta, contribuendo così a chiudere il paese in una bolla che inizia ad assomigliare ad un mondo parallelo.

Ribadisco, non parlo greco e non posso leggere la loro stampa ma, le idee che mi vengono trasmesse dai greci che incontro assomigliano un po’ troppo alla grancassa che Tsipras e Varufakis vanno suonando da qualche mese in Europa, il che è quantomeno strano, viene naturale pensare che uno stato che ha nascosto e continua ad essere reticente nel dare dati alla comunità internazionale perché non dovrebbe cercare di far vivere i propri cittadini in un mondo parallelo di orgoglio nazionalista ed anti-europeo?

Anche nella nostra politica e relativa informazione esistono bolle che tendono a negare le responsabilità italiane della crisi spostando il focus su eventi esterni, purtroppo queste bolle sono in espansione in quanto propagano un’ideologia di piacevole auto assoluzione.

E’ importante per ciascuno di noi assicurarsi di rendere la propria bolla il più ampia e plurale possibile, noi amiamo la libertà e la concorrenza, ebbene applichiamo la concorrenza anche per le idee che circolano nella nostra testa, solo quelle che reggono il confronto con altre convinzioni hanno diritto di cittadinanza nella mia a prescindere da chi le abbia pensate, non si tratta di un esercizio puramente intellettuale ma di indipendenza e libertà.

 

Alcuni consigli per ampliare la bolla:

 

In generale bisognerebbe avere un impegno con se stessi nel leggere ogni settimana almeno una certa percentuale di articoli “fuori bolla”.

A meno che non abbiate tempo e risorse economiche per abbonarvi a più giornali o riviste e leggerli tutti, non abbonatevi ad una singola testata, già solo questo gesto contribuirebbe a chiudervi in una bolla piuttosto ristretta, se leggete in cartaceo variate i vostri acquisti.

Su facebook non mettete i like solo alle pagine di persone che la pensano come voi ma allargate l’orizzonte anche ad idee diverse, mettere il likes non basta, se non leggerete mai i post di pensiero diverso che vi vengono proposti facebook automaticamente non vi proporrà più niente da quella pagina.

Usate twitter e seguite un panel di opinionisti vario, anche per opinioni contrastanti le vostre ci saranno pure persone intelligenti i cui ragionamenti meritano considerazione.

Se siete in grado leggete anche testate straniere in altre lingue.

Cercate di vivere in un mondo reale e non solo virtuale, confrontatevi, ascoltate, cercate e verificate, le idee nuove anche se potenzialmente sbagliate evitano la noia e, a volte, salvano la vita.

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