ACCADE OGGI – 8 MARZO 2016

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Giornata Internazionale della Donna. No, non è un refuso! Oggi vi parliamo al presente! Trattiamo infatti di un eroe dei giorni nostri la cui caparbietà ha cambiato la vita a milioni di donne in India e non solo. Pensiamo che Muruganantham meriti senza dubbio la nostra attenzione in questo 8 di marzo. Muruganantham è un uomo coraggioso che ha sfidato i pregiudizi, l’emarginazione e l’abbandono pur di dare una vita migliore alle donne emarginate del proprio paese. Muruganantham non è un pensatore, uno statista, uno scrittore o un artista, è un operaio che vive in un villaggio del Sud dell’India e che ha lasciato la scuola a 14 anni per guadagnare qualche soldo con cui aiutare la madre ridotta in povertà. La sua è una storia meravigliosa e incredibile. Quella che riportiamo è la traduzione di un articolo che lo riguarda, apparso 3 anni fa fa sul sito BBC news. È un po’ lungo, ma vale la pena leggerlo. Auguri a tutte le donne! Vi auguriamo di cuore di incontrare uomini come Muruganantham nella vostra vita!

IL RIVOLUZIONARIO DELL’ASSORBENTE IGIENICO
“Tutto è cominciato a causa di mia moglie”, dice. Nel 1998, si era appena sposato e il suo mondo girava attorno a sua moglie Shanthi e alla suocera vedova. Un giorno si accorse che la giovane moglie gli stava nascondendo qualcosa. Scoprì allora degli stracci sporchi e insanguinati che la moglie usava come assorbenti durante il ciclo mestruale. “Sarò onesto”, dice Muruganantham, “non avrei usato quegli stracci nemmeno per pulire il mio motorino”. Quando chiese alla moglie perché non usava gli assorbenti igienici, lei rispose che se li avesse dovuti comprare per tutte le donne della famiglia, non avrebbe avuto i soldi per il latte e per il mantenimento della casa.
Muruganantham decise allora di impressionare la moglie e si recò in città a comperare gli assorbenti igienici. Gli furono messi nelle mani di fretta, come se si trattasse di qualcosa di illegale. Muruganantham li soppesò con la mano e quando si accorse che i 10 grammi di cotone che costavano 0,0001 euro venivano venduti a 40 volte quel prezzo, decise di non comperarli e di fabbricarli autonomamente. Così cucì con del cotone un assorbente igienico e lo diede alla moglie chiedendole un feedback che non sarebbe tuttavia potuto che giungere dopo quasi un mese! Troppo tempo per un uomo come Muruganantham che andò allora alla ricerca di volontarie. Muruganantham scoprì che nella sua zona rurale quasi nessuna donna usava l’assorbente igienico (secondo un sondaggio del 2012 solo 12 donne su 100 lo usano in India). Fu scioccato nello scoprire come fosse prassi comune l’uso di stracci vecchi e altre sostanze non igieniche come la sabbia, la cenere, le foglie e la segatura. Le donne che usano gli stracci sono imbarazzate ad asciugarli in pubblico, pertanto non li lavano praticamente mai dando la possibilità a malattie e infezioni a volte mortali di proliferare. Trovare volontarie per testare l’affidabilità degli assorbenti da lui prodotti fu un’impresa impossibile, persino le sue sorelle, imbarazzate, rifiutarono. Decise allora di essere lui stesso il volontario. Usando la camera d’aria di un vecchio pallone da calcio che riempì di sangue di pecora, costruì un “utero” che infilò sotto i propri vestiti. Camminò, corse, saltò per far fuoriuscire il sangue da un’apertura che vi aveva praticato in modo da poter testare la capacità di assorbire del suo assorbente. Era solito lavare i suoi vestiti insanguinati in un pozzo pubblico e tutto il villaggio cominciò a pensare che fosse affetto da qualche malattia di natura sessuale. Gli amici cominciarono a evitarlo e a considerarlo un pervertito. La moglie, sconvolta, lo lasciò. Poco dopo anche sua madre, pensando che fosse impazzito, lo rinnegò!Gli abitanti del suo villaggio si convinsero che fosse posseduto da spiriti maligni e decisero di appenderlo a testa in giù e sottoporlo ai riti magici di un guaritore locale. Riuscì a scampare quella tortura solo perché acconsentì a lasciare il villaggio. Nonostante tutto non si arrese. Constatando che i suoi assorbenti avevano una capacità di assorbimento infinitamente inferiore a quelli confezionati, decise di scoprire di cosa erano fatti quelli in commercio. Evidentemente non si trattava di solo cotone. Trovata ospitalità a casa di un amico professore, fece decine di telefonate, scrisse decine di lettere, senza ottenere risultati. “Era come bussare alla porta della Coca-Cola per chiederne la ricetta”, racconta. Si indebitò con l’amico al quale giunse una bolletta del telefono da 70 euro, una cifra esorbitante per un insegnante indiano. Tuttavia ebbe un colpo di genio. Persuase l’amico a concedergli un’ultima telefonata e si spacciò per il padrone di un opificio tessile che aveva intenzione di iniziare a produrre assorbenti igienici. Dopo qualche settimana gli giunsero per posta dei campioni. Si trattava di listelli di cellulosa, estratta dalla corteccia degli alberi. Muruganantham aveva finalmente scoperto di cosa erano fatti gli assorbenti!!! A questo punto un altro enorme problema gli si parava di fronte: la macchina per lavorare la cellulosa costava migliaia di euro che lui ovviamente non possedeva. Decise allora di costruire autonomamente la macchina e creare una vera e propria linea di produzione. Gli vollero quattro anni di studi, ricerche e paziente lavorio, ma ce la fece. Il primo modello era fatto principalmente di legno e quando la mostrò all’Istituto di Tecnologia di Madras, esso fu accolto da grande scetticismo. Muruganantham tuttavia non si perse di coraggio e decise, nonostante il parere negativo degli esperti, di far partecipare la propria creazione a un concorso indetto dal governo indiano. Furono presentate 943 invenzioni, la sua si classificò al primo posto. Il premio gli fu consegnato dal presidente della Repubblica in persona. Finì sui giornali e in televisione. Ottenne un brevetto; avrebbe potuto fare un sacco di soldi ma non volle! “Ho visto morire tante donne a causa dell’ignoranza e non mi sembrava vero poter far qualcosa per fermare questa inutile strage”. In poco più di un anno costruì 250 macchine che portò personalmente nei villaggi più remoti dell’India. Questa fu la parte più dura del suo lavoro: convincere gli abitanti di quei villaggi a servirsi della sua macchina. Ci sono infatti molti tabù riguardanti le mestruazioni in India. Le donne in quei giorni non possono visitare tempi e posti pubblici, non devono cucinare né possono andare a prendere l’acqua ai pozzi perché si pensa possano contaminarla. Si pensa inoltre che le donne che usano gli assorbenti igienici possano divenire cieche e che mai troveranno marito. “Fu molto difficile ottenere il permesso di parlare con le donne dei villaggi rurali; in alcuni casi fu posto un lenzuolo tre me e loro”, dice Muruganantham. Questo paziente lavoro di convincimento iniziò tuttavia a scalfire la cortina della superstizione e del pregiudizio e attualmente 1300 villaggi, in 23 Stati indiani, hanno una delle macchine inventate da Muruganantham. Mediamente ognuna di queste macchine ha creato lavoro per 10 donne e ne ha convertite 3000 all’uso degli assorbenti. Queste macchine riescono a produrre 200 assorbenti al giorno che vengono venduti a 0,030 euro l’uno. Muruganantham è riuscito a far introdurre le sue macchine anche nelle scuole che si sono messe a produrre assorbenti, iniziando così la lotta al terribile fenomeno dell’abbandono scolastico femminile: circa il 23% delle ragazze indiane abbandona, per la vergogna, gli studi contestualmente al manifestarsi della prima mestruazione. Grazie al supporto ottenuto dal governo indiano, Muruganantham sta ora espandendo il suo progetto in altri 106 Paesi del globo, tutti alle prese con questo gravissimo problema igienico. Muruganantham ora vive con la moglie, con la quale si è riappacificato, e la figlia in un modesto appartamento e dà lavoro a qualche operaio in un opificio, gira il paese a bordo di una jeep assieme a sua moglie e diffonde il proprio messaggio contro la superstizione e l’ignoranza. La moglie mostra alle ragazze che iniziano la pubertà come usare gli assorbenti. Una volta gli fu chiesto se il momento più bello della sua vita fosse stato ricevere il premio dal presidente della Repubblica, lui rispose subito di no. Il momento in cui fu più fiero di se stesso, disse, fu quando installò una delle sue macchine in un villaggio nella regione di Uttarakhand, ai piedi dell’ Himalaya, dove per molte generazioni nessuno aveva mai guadagnato abbastanza da mandare il proprio figlio a scuola. Un anno dopo, ricevette una telefonata da una donna del villaggio che gli comunicò che sua figlia aveva iniziato la scuola. “Dove Nehru ha fallito,” dice, “una macchina ha avuto successo”.

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