A Londra gli aderenti alla setta millenarista della “Quinta Monarchia” occupano la cattedrale di San Paolo (foto). Esplodono scontri a fuoco con l’esercito che durano per quattro giorni. I millenaristi hanno la peggio e i pochi superstiti vengono mandati a morte. Si tratta di una vicenda poco conosciuta ma emblematica della complessità politica e religiosa dell’Inghilterra di quel VXII secolo che vide 2 rivoluzioni e una dittatura militare cambiare il volto del paese per sempre.
Come si inserisce la vicenda della “Quinta Monarchia”, nella storia inglese è spiegato in questo articolo di cui vi consigliamo la lettura. Tratto dal sito web delle Chiese Battiste Italiane.
I primi Battisti abbracciarono le convinzioni escatologiche del millenarismo cristiano molto in voga nell’Europa del XVII secolo. Molti cristiani di tutte le denominazioni credevano che Cristo sarebbe ritornato subito (alcuni avevano indicato la data del 1660) per stabilire la sua sovranità sulla terra. In questo periodo sorse in Inghilterra un gruppo che credeva nel preparare la venuta del Signore, facendo crollare con la spada il governo terreno. Questo gruppo era chiamato il Movimento della Quinta Monarchia (Fifth Monarchy Movement). Il nome fu tratto dal capitolo sette del libro di Daniele, che descrive quattro bestie, che rappresentano i quattro maggiori regni della storia mondiale. Nel Diciassettesimo secolo molti interpreti identificarono questi regni con l’impero Assiro (o babilonese- assiro), Persiano, Greco, Romano. Questi imperi sarebbero tutti crollati, e sarebbe seguito un regno eterno. La centrale convinzione della Quinta Monarchia consisteva nel riconoscimento che il tempo è venuto per la fine della quarta monarchia, l’ultimo impero terreno, aprendo,così, le porte alla quinta Monarchia: il Regno millenario di Cristo. Molti erano convinti che dopo l’inizio del Suo Regno, Cristo avrebbe consegnato l’attuale governo ai santi. Questo “ruolo dei santi”, avrebbe avviato maggiori riforme nella religione, nelle leggi, nell’economia e nell’educazione. Tra gli aderenti alla Quinta Monarchia vi erano diversità di opinioni. La maggior parte era pacifica, essi non impugnarono la spada, ma aspettavano Cristo che inaugurava il Suo Regno. Altri erano convinti di dover prendere la spada, ma solo alla chiara chiamata di Cristo, non alla chiamata dell’uomo. I più radicali invece invocarono una rivoluzione armata contro il governo terreno. Essi nel giro di pochi anni vennero screditati.
Il movimento era probabilmente ispirato sia dalla crisi della società che dall’insegnamento della Scrittura. La Quinta Monarchia e movimenti simili ebbero diverse fonti. La Riforma Protestante alimentò nuove speculazioni intorno alla fine del mondo; persino Martin Lutero credeva che egli stava vivendo negli ultimi giorni. La guerra dei Trent’anni in Europa (1618-1648) e la Guerra Civile in Inghilterra (1642-1649) ravvivarono le aspettative di una imminente fine di tutte le cose. La decapitazione del Re Carlo I in Inghilterra nel 1649 determinò una ondata di millenarismo che spesso prese forme estremiste. I predicatori della Quinta Monarchia descrivevano la venuta del Regno in termini utopici. I cambiamenti auspicati erano intesi come cambiamenti di cui potevano beneficiare il povero e l’umile. Nessuna legge avrebbe sfruttato il povero, né nessuno sarebbe stato impiccato o imprigionato per debiti. Le università, per lungo tempo bastioni delle classi privilegiate, dovrebbero essere riformate di modo che la comune gente potrebbe beneficiare di esse. Durante il millennio non ci dovrebbe essere disoccupazione, ma tutti dovrebbero lavorare. Il governo dei santi, scelto all’interno delle loro chiese, dovrebbe assumere una buona conduzione su tutto. La buona salute, la lunga vita, la prosperità economica dovrebbe prevalere. Alcuni descrivevano il millennio come un tempo che dovrebbe essere “sempre estate, perennemente riscaldato dal sole, sempre gradevole, verde, fruttuoso e bello”, pieno di piacevoli pettirossi, ma non di ragni. La Quinta Monarchia per un tempo operò per mezzo di Oliver Cromwell e i “Santi nel Parlamento” per raggiungere gli scopi prefissi, ma quando il Parlamento fu sciolto nel 1653 e Cromwell si oppose contro le cospirazioni, i santi avevano già rafforzato la loro azione fuori dal sistema in maniera violenta. I santi proclamavano che essi erano gente che castigava e affermavano che la spada era un valido strumento del ministro cristiano come lo era la bibbia. Essi pregavano che Dio potesse mettere nelle mani di un loro servo la scure per abbattere il governo terreno, includendo quello di Cromwell. Nel 1656 un raduno di Battisti e di sostenitori della Quinta Monarchia ad Abingdon, la maggioranza proclamava che il popolo di Dio doveva essere gente sanguinaria. Tuttavia, la loro retorica che inneggiava alla violenza produceva soltanto una verbale violenza e i loro attacchi armati erano estremamente irrilevanti. Il ristabilimento di Carlo II al trono d’Inghilterra nel 1660 diede un brutto colpo alle speranze millenariste in Inghilterra. Il ritorno di uno stabile governo terreno potrebbe significare che il divino regno era ritardato. Angosciato da questa serie di eventi, Thomas Venner e circa cinquanta seguaci armati marciarono verso la cattedrale di S. Paolo domenica sera del 1661 , inneggiando slogans millenaristi. Venner, descritto come “un entusiasta pazzo” provocò un conflitto armato durato quattro giorni nelle strade londinesi. I seguaci di Venner uccisero probabilmente una ventina di ufficiali della Monarchia, ma la maggior parte di loro caddero. La rivolta fu repressa e molti dei ribelli , incluso Venner, furono giustiziati. Questa rivolta segnò il crollo della Quinta Monarchia. Questi tragici risvolti dell’attività del movimento determinò l’allontanamento delle denominazioni da esso. Molti dei sostenitori della Quinta Monarchia aderirono al quietismo, altri si unirono ai Battisti del settimo giorno, con i quali avevano considerevoli affinità. Il re Carlo II speculò sulla insurrezione di Venner e la usò come una occasione per denigrare i Battisti e altri gruppi dissidenti.
In qual misura i Battisti erano coinvolti nel movimento della Quinta Monarchia? Essendo il movimento monarchista privo di consenso, e a ragione, i Battisti minimizzarono il loro coinvolgimento con le loro idee. La questione era complicata per il fatto che essa sorse i un tempo quando l’identità battista non era ancora fortemente definita. Nonostante le differenze sul battesimo, i Congregazionalisti e i Battisti spesso avvertirono di avere comunione nelle stesse chiese. Molte chiese battiste avevano membri che condividevano le speranze e i metodi della Quinta Monarchia. Battisti come Edmund Chillenden, Vavasor Powell, William Allen, John Simpson, Henry Danvers, e, con cautela, Hansered Knollys e Henry Jessey, furono alleati con il movimento. Comunque, Nessuno dei due primi leader , Thomas Harrison e Thomas Venner, furono battisti. I Battisti furono pubblicamente considerati nella loro condivisione degli ideali della Quinta Monarchia una incarnazione del radicalismo di Munster. Infatti, nel 1530 un gruppo rivoluzionario conquistò la città di Munster, in Germania, e lì istituì una radicali cambiamenti sociali e religiosi. Essi erano identificati come Anabattisti, sebbene essi avessero una fievole rapporto con l’Anabattismo. Nel 1661 un autore identificato solo come J. B. pubblicò un libro chiamato Munster Paralleld in the Late Massacres Committed by the Fifth Monarchists, con il quale egli tentò di unire Munster, la Quinta Monarchia e i Battisti inglesi come continuazione dello stesso movimento. Alcuni Battisti, specialmente tra le Chiese Particolari, condividevano gli scopi e i metodi della Quinta Monarchia. Comunque, molti Battisti cercarono di dissociarsi dalle idee violente della Quinta Monarchia. Due dei più grandi leaders dei Battisti Particolari, William Kiffin e Thomas Collier, si impegnarono al massimo per persuadere i Battisti a distanziarsi dalla rivoluzione armata propugnata dalla Quinta Monarchia come un modo di fare la volontà di Dio. Dopo l’insurrezione di Venner, un gruppo di Battisti pubblicarono “The Umble Apòlogy of Some Commonly Called Anabaptists” negando qualsiasi connessione con tale movimento. Questo era il primo documento conosciuto nel quale i Battisti Generali e Particolari cooperavano. Esso fu firmato da leaders come William Kiffin, John Spilsbury, Henry Denne, e Thomas Lambe. E’ da rilevare che anche Thomas Grantham stava lavorando per distanziare i Battisti dalla Quinta Monarchia e dai radicali di Munster.
Nonostante le concezioni millenaristiche del tempo, molti dei primi Battisti pensarono una via moderata via della speranza futura. Come tutti i Cristiani di tutti i tempi, essi aspettarono il ritorno di Cristo nel trionfo e nel giudizio. Molte delle loro confessioni menzionano questa futura speranza, rinunciando a quelle speculazioni apocalittiche che tanta enfasi hanno avuto nei movimenti più violenti. La confessione di Helwys del 1611 afferma: “ Che dopo la risurrezione tutti gli uomini appariranno davanti al giudizio di Cristo per essere giudicati secondo le loro opere, che i giusti godranno la vita eterna, i malvagi essendo condannati saranno tormentati eternamente nell’Inferno” (That after the resurrection all men shall appeare before the judgment seat off Christ to bee judged according to thei workes, that the Godlie shall enjoy life eternall, the wickeed being condemned shalbee tormented ever-lastinglie in Hell). La confessione del 1612 dà una più dettagliata discussione di escatologia ma non menziona nessun millennio. La prima Confessione londinese, redatta in un momento di intensa speculazione millennaristica nel 1644, dice: “Che Cristo ha qui sulla terra un Regno spirituale, che è la Chiesa” (That Christ hath on earth a spirituall Kingdome, which is the Church). Questa influente confessione proclama l’obbedienza cristiana al governo e l’attesa del ritorno di Cristo, ma non fa riferimento ad alcun regno millennaristico. Due confessioni battiste, comunque, alludono alle speranze millenaristiche sebbene non viene sviluppato. La Confessione di Somerset del 1656 dice che al ritorno di Cristo i santi “regneranno con lui, e giudicheranno tutte le nazioni sulla terra”. La Standard Confession del 1660 afferma che “Cristo ritornerà su tutta la terra, e noi regneremo con lui sulla terra”.
“Ora i santi soffrono persecuzioni, essi dicevano, “ma quando Cristo apparirà, allora saranno i loro giorni, allora darà a loro potenza sulle nazioni, a governare con una Verga di Ferro.” Comunque, quella confessione specificamente rifiuta il progetto violento della Quinta Monarchia. Nella prima Assemblea generale del 1654, i rappresentanti della Chiese Battiste Generali ripudiarono i disegni destabilizzanti della Quinta Monarchia.
In conclusione molti Battisti sostenevano una fede pacifica intorno al ritorno di Cristo. Alla fine del diciassettesimo secolo i Battisti, come altre denominazioni, rinunciarono alle speculazioni apocalittiche. Le due più influenti confessioni di fede scritte alla fine del secolo, il Credo Ortodosso , che riguardava i Battisti Generali, scritta nel 1678, e la Seconda Confessione Londinese del 1689, appartenente ai Battisti Particolari, sottolinearono questo distacco dalle speculazioni apocalittiche. Entrambi le confessioni includevano articoli sulla seconda venuta di Cristo, ma non c’era alcuna menzione sul millennio terreno