“Il nudo e il morto” lanciò il pacifista americano Norma Mailer tra i grandi della letteratura. Tutt’oggi è considerato il più bel romanzo sulla seconda guerra mondiale. Ha venduto ben 10 milioni di copie. Per l’opera di un esordiente, si tratta di un successo enorme. Norman Mailer, classe 1923, laureatosi in ingegneria aeronautica, appena ventenne si arruolò nell’esercito americano; e fu allora, nel Pacifico, combattendo con i giapponesi, che la sua vena di scrittore trovò l’ ispirazione che gli consentì di trasfigurare le sue esperienze belliche in quello che rimarrà, anche negli anni a venire, forse il suo romanzo più famoso (non necessariamente il più riuscito). In altre parole, al di là – e forse nonostante – il successo commerciale, l’opera che lo ha consacrato nella considerazione degli intellettuali del tempo: il giudizio di Sinclair Lewis – “il più grande scrittore della nuova generazione – dice già tutto. Il racconto, corale, privo di un unico protagonista tale da monopolizzare le pagine del romanzo, narra le vicende di un’unità di marines ad Anapopeie, nel Pacifico, con la missione di liberare l’isola dai giapponesi.La narrazione, dal momento dello sbarco all’epilogo, positivo almeno dal punto di vista strettamente militare, ed amarissimo dal punto di vista umano, riesce a mantenersi serrata, con pochi cedimenti di tensione, pur essendo inframmezzata da frequentissimi flash back; e dove lo stile nel descrivere la confusione di uomini, prima e durante lo sbarco sull’isola, si fa come volutamente morchioso, tutt’altro che di facile lettura (è riconoscibile la tecnica “cinematografica”di Dos Passos dell’occhio fotografico, costruita su di un montaggio di dissolvenze e momenti di intenso realismo): ricordi e immediati ritorni al futuro che ci mostrano il trapasso dal surreale presente di guerra al recente passato civile (o incivile) dei soldati adesso intrappolati nell’isola di Anapopoie. E’ qui che ognuno di loro svela la parte più nascosta di sé, per lo più quella negativa, “denudandosi” (da qui probabilmente il vero significato del titolo) e mostrando un volto alieno da ogni retorica bellicista e spirito eroico: i soldati soprattutto hanno paura, odiano l’ambiente ostile, le piogge e il clima torrido, si insultano per futili motivi e per motivi razziali, nella loro cameratesca solitudine sono ossessionati dalla probabile infedeltà delle loro donne e lo dicono senza troppe remore. Ed anche il personaggio che pare non mostrare alcun timore verso la morte e i nemici, appare non tanto nella positiva veste di eroe, quanto di soldato psicologicamente disturbato, autolesionista, brutale ed arrogante, una sorta di kamikaze in versione yankees. Il micro, o macro-cosmo, della società americana, con “Il nudo e il morto”, paradossalmente appare in tutta la sua contraddittorietà, proprio su di un’isola lontana dagli Stati Uniti, come a voler amplificare l’estraneità reciproca di coloro che fanno parte del cosiddetto “melting pot”. Un romanzo che ha quasi 70 anni ma che è tutt’ora attuale.
Recensione tratta da: http://www.lankelot.eu/letteratura/mailer-il-nudo-e-il-morto.html
