3 SETTEMBRE 301 D.C: NASCE SAN MARINO

SAN MARINO

Marino, un tagliapietre poi divenuto Santo, riparato in Italia dalla Dalmazia per sfuggire alle persecuzioni contro i cristiani dell’imperatore romano Diocleziano, crea una piccola comunità cristiana sul Monte Titano, nei pressi di Rimini. È il nucleo fondativo dell’attuale Repubblica di San Marino. La proprietaria della zona, una ricca donna di Rimini donò il territorio del Monte Titano alla piccola comunità, che lo chiamò, a memoria del fondatore, “Terra di San Marino”. Prima di morire, Marino avrebbe secondo la leggenda pronunziato ai suoi seguaci la seguente frase: «Relinquo vos liberos ab utroque homine» (Vi lascio liberi da ambedue gli uomini). Ovvero liberi dall’Imperatore e dal Papa, reggenti il potere del sovrano e il potere religioso. Parole che sono il fondamento dell’indipendenza della Repubblica, come testimoniato da un documento di un processo per la mancata riscossione dei tributi tenutosi nel 1296, circa mille anni dopo la morte del santo. In tale documento si legge: «Non pagano perché non hanno mai pagato. È stato il loro Santo a lasciarli liberi» infatti San Marino scrisse: «Nemini teneri» ossia «Non dipendere da nessuno». L’indipendenza della comunità viene asserita in un trattato di pacificazione del 1300, il Placito Feretrano fra il vescovo del Montefeltro e alcuni castelli posti sotto il suo vincolo feudale, tra cui San Marino. Il documento, ritrovato in un convento francescano di Frati Minori a Sant’Igne (vicino a San Leo), attesta che San Marino è esentato dai tributi alla stregua di San Leo, Talamello e Maiolo. Tuttavia, mentre negli altri castelli l’esenzione è un privilegio concesso dal signore locale, l’esenzione viene rivendicata dalla comunità come un diritto. la comunità di San Marino rivendica l’esenzione come un diritto, diritto che viene dal comandamento del santo fondatore. San Marino ha dunque una storia molto antica, tramandata e vissuta dalla sua popolazione in modo profondo e sinceramente sentito. Mentre l’autorità dell’Impero si andava attenuando e quando ancora non si era affermato il potere temporale del Papato, si affermò qui, come in altre città d’Italia, la volontà dei cittadini di dare a se stessi una forma di governo. Ecco quindi il Comune. E mentre ognuna delle città italiane intitolava la propria libertà a un Santo, la piccola comunità del Monte Titano, memore della figura storica del tagliapietre Marino, si chiamò “Terra di San Marino” poi “Comune di San Marino” e infine “Repubblica di San Marino”. Queste le origini del corpo sociale che affidò il proprio autogoverno ad un’assemblea di capi-famiglia cui venne dato il nome di Arengo presieduto da un Rettore.  Mentre il corpo sociale cresceva, a condividere la responsabilità dell’esecutivo, accanto al Rettore, venne nominato un Capitano Difensore. Fu tuttavia solo nel 1243 che a San Marino si nominarono i primi due Consoli, cioè i Capitani Reggenti che si avvicendarono al potere ogni sei mesi ininterrottamente fino ai giorni nostri confermando la validità e l’efficienza delle istituzioni, prima fra tutte quella Reggenziale.  All’Arengo si deve storicamente la definizione delle prime leggi, gli Statuti di San Marino, ispirati a principi democratici. Anche se già nel 1253 si ha testimonianza dell’esistenza dei primi Statuti si dovrà attendere fino al 1295 per giungere al primo corpo di leggi della Repubblica di San Marino. Per merito della saggezza che ispirò l’antico Comune Sammarinese il corpo sociale seppe fronteggiare pericolose situazioni e consolidare la propria autonomia.  Le vicende furono complesse e difficili e gli esiti talvolta incerti, ma l’amore della libertà contribuì infine a conservare il patrimonio di autonomia di cui il Comune godeva.  Due volte nella storia di San Marino si è assistito a un’occupazione militare, ma solo per pochi mesi: nel 1503 da Cesare Borgia detto il Valentino e nel 1739 dal Cardinale Giulio Alberoni. Dal Borgia riuscì a liberarsi per la morte del tiranno. Dal Cardinale Alberoni seppe sottrarsi con la disobbedienza civile al sopruso e inviando clandestinamente messaggi per ottenere giustizia al Sommo Pontefice, che riconobbe il buon diritto di San Marino e ne ripristinò l’indipendenza. Napoleone nel 1797 offrì l’estensione del territorio, doni e amicizia alla Repubblica di San Marino. I Sammarinesi furono grati per l’onore di tali elargizioni, ma rifiutarono con istintiva saggezza l’ampliamento territoriale in quanto “paghi dei loro confini”. La proposta, con grande lungimiranza politica, fu gentilmente rifiutata e nella lettera di risposta il Reggente Antonio Onofri affermò che “la Repubblica di San Marino, contenta della sua piccolezza non ardisce accettare l’offerta generosa che le viene fatta, né entrare in viste di ambizioso ingrandimento che potrebbero col tempo compromettere la sua libertà”; ciò permise alla Repubblica di non essere assimilata ad alleato della Francia nel Congresso di Vienna. garibaldino. Durante il Risorgimento San Marino costituì un rifugio sicuro per molti dei patrioti che parteciparono ai moti di quegli anni, ai quali presero parte anche alcuni cittadini sammarinesi. Durante le vicende che hanno portato all’Unità d’Italia, San Marino assunse fortunosamente un ruolo fondamentale per Giuseppe Garibaldi che trovò rifugio sul Monte Titano quando, nel 1849, nel tentativo di raggiungere Venezia, si ritrovò circondato da quattro eserciti a Macerata Feltria. In seguito San Marino continuò a supportare i rifugiati e ad appoggiare le rivolte, pur in un clima di sospetto da parte dello Stato Pontificio e dell’Austria. I due Paesi progettarono un’occupazione armata per mettere in discussione la libertà della Repubblica. Grazie all’intervento della Francia di Napoleone III questo tentativo non ebbe esito. Con l’Unità d’Italia vennero meno i pericoli di invasione da parte di Stati stranieri. Un “Trattato d’amicizia” firmato il 22 marzo 1862 e revisionato nel 1939 e nel 1971 garantisce l’indipendenza della Repubblica, il buon vicinato e favorisce le relazioni commerciali. Le revisioni hanno provveduto a stabilire un’unione doganale e un contributo annuale garantito dall’Italia. San Marino vanta una tradizione di ospitalità eccezionale in tutti i tempi. In questa terra di libertà non fu infatti mai negato il diritto d’asilo e l’aiuto ai perseguitati dalla guerra e dalla tirannide, qualunque fossero la loro condizione e le loro idee. Durante la seconda guerra mondiale San Marino fu Stato neutrale,  e benché avesse una popolazione di appena 15000 abitanti, accolse e diede asilo e rifugio a 100.000 sfollati provenienti dal circondario della vicina Italia bombardata senza sosta durante la guerra.

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