Il 28 settembre 1891 muore Hermann Melville, in un’epoca nella quale New York era una città di mare, uno dei tanti porti dei commerci atlantici. Il mondo era ancora gentile e permetteva ad un giovane di buona società, anche se non ricco, un’esistenza quieta di discorsi ampi e pensieri profondi.
Alla morte del padre Melville, tredicenne, si trovò a doversi guadagnare la vita senza disperderla. S’imbarcò sulla sua prima nave, diretta a Liverpool, e non scansò il rancio dei marinai ed i pagliericci infestati dagli insetti. Poi su delle baleniere ed il soggiorno alla Hawaii. Negli anni seguenti passò ad occupazioni più consone, insegnò, si sposò e generò dei figli. Acquistò una fattoria nel Massachusetts. Infine tornò a New York rassegnandosi al lavoro di ispettore doganale.
Moby Dick è il romanzo dell’orrore che riunisce tutta la letteratura inglese dell’ottocento, Stevenson, Poe, Hawthorne, Dickens perfino. Ed è il romanzo di un’America non utilitaria, lontana dagli umanitarismi e dai socialismi, nella quale hanno posto le gesta insensate di Achab. Nella sua sterminata lotta contro il male l’America si identifica e si trova capace di comprendere e di abbracciare il mondo intero. Moby Dick è il romanzo dell’America, quella lontana dalle cerebralità e capace di cuore e di coraggio intrepido.
Ma Melville scrisse anche Bartleby. Lo scrivano Bartleby è impiegato presso un avvocato: deve ricopiare in bella scrittura i testi preparati dal suo capo, affiancando due impiegati che non possono lavorare uno perché soffre d’insonnia e l’altro perché ubriacone. Ma anche Bartleby non farà il suo lavoro perché si opporrà agli ordini del notaio con la formula “preferirei di no”. In questo rifiuto, assurdo e implacabile come la caccia alla balena di Achab, sta ancora l’America ma quella nascente dell’antieroe, alieno dall’avventura, eppure capace di pensiero nascosto e di misteriose e quiete decisioni.
Benito Cereno, Giacchetta bianca, Billy Budd, Taipi, tutto questo scrisse Melville. lo scrittore dell’uomo moderno, colui che più e meglio scrisse l’America,
E’ sepolto nel bello e decoroso Woodlawn Cemetery del Bronx, dove si può visitare e dalla visita trarre conforto e riparo dalle inquietudini.