14 LUGLIO 1970: REGGIO CALABRIA IN RIVOLTA

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I fuochi del Sessantotto e dell’autunno caldo non sono ancora sopiti, quando scoppia, quanto mai inaspettata, una rivolta violenta nel Sud d’Italia. A Reggio Calabria i cittadini scendono in strada per protestare contro la mancata assegnazione del capoluogo regionale attribuito alla città di Catanzaro. È il 1970. Fra tentativi eversivi di golpe e infiltrazioni della criminalità organizzata, gruppi neofascisti, al grido di “Boia chi molla”,  la città calabrese raccoglie la bandiera dell’insurrezione: un caso unico nella storia dell’Occidente sotto l’egida del Patto Atlantico. La rivolta venne repressa dal massiccio intervento di carabinieri, polizia e reparti dell’esercito: il bilancio complessivo fu di sei morti, cinquantaquattro feriti e migliaia di arresti. La rivolta si concluse dopo 10 mesi con le inquietanti immagini dei carri armati in fila sul lungomare della città. Ci furono molte inchieste e molti processi che coinvolsero esponenti della malavita e della politica locale ma tutto si risolse in un nulla di fatto. Il grado definitivo di giudizio mandò tutti assolti. I principali esponenti dei “fatti” furono processati a Potenza: Ciccio Franco fu in primo grado condannato a quattro anni di reclusione per istigazione a delinquere e apologia di reato a seguito del ruolo di leader della rivolta, ma le sue condanne caddero in prescrizione.

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