13 MAGGIO 1915: MAGGIO RADIOSO

 

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Antonio Salandra di fronte a un Parlamento contrario all’ingresso in guerra al fianco di Inghilterra e Francia, si dimette. La costernazione prodotta fra gli interventisti dall’annuncio delle dimissioni  dura però pochissimo, perché in tutte le piazze italiane gli interventisti scendono in piazza a favore della guerra. Ha dunque inizio il cosiddetto “Maggio radioso”, una violenta ondata di manifestazioni pro-intervento militare. Le manifestazioni più violente avvengono a Roma dove la folla si riunisce più volte per ascoltare Gabriele d’Annunzio che prende a maleparole Giovanni Giolitti, capofila dei neutralisti in Parlamento. Benito Mussolini dalle colonne del “Popolo d’Italia” suona anch’egli la grancassa della guerra. Vittorio Emanuele III che insieme a Salandra e al ministro degli Esteri Sidney Sonnino ha negoziato in gran segreto il cambio di campo italiano (l’Italia era infatti legata da un trattato di alleanza con Austria e Germania), capisce che la piazza è per la guerra e tenta un colpo di mano senza precedenti; respinge le dimissioni di Salandra e rinvia il governo di fronte al parlamento. I deputati non hanno né il coraggio né la forza di sconfessare il sovrano e tre giorni dopo votano la guerra a fianco di britannici e francesi. Si tratta di un vero e proprio “colpo di stato” perpetrato da Vittorio Emanuele III e da Antonio Salandra, entrambi convinti di poter ottenere facili glorie nel volgere di pochi mesi. Differentemente dalle loro risibili previsioni la guerra italiana durerà più di tre anni e  porterà all’inutile morte di più di un milione di persone. 

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