La notte del 25 settembre 2006, Aldrovandi si fece lasciare dagli amici in una via vicino a casa per tornare a piedi dopo aver trascorso la serata in un locale di Bologna. Durante la nottata il giovane assunse sostanze stupefacenti e alcool. Nei pressi di viale Ippodromo a Ferrara circolava, in quegli stessi minuti, allertata anche da alcuni abitanti del posto, la pattuglia “Alfa 3”, con a bordo Enzo Pontani e Luca Pollastri. Questi ultimi descrivono l’Aldrovandi come un “invasato violento in evidente stato di agitazione”, sostengono di “essere stati aggrediti dallo stesso a colpi di karate e senza un motivo apparente” e chiedono per questo i rinforzi. Dopo poco tempo arriva in aiuto la volante “Alfa 2”, con a bordo Paolo Forlani e Monica Segatto. Lo scontro tra i quattro poliziotti e il giovane diventa molto violento (durante la colluttazione due manganelli si spezzano) e porta quest’ultimo alla morte, sopraggiunta per “asfissia da posizione”, con il torace schiacciato sull’asfalto dalle ginocchia dei poliziotti. Alle 6.04 la prima pattuglia richiedeva alla propria centrale operativa l’invio di un’ambulanza del 118, per un sopraggiunto malore. Secondo i tabulati dell’intervento, alle 6.10 arrivò la chiamata da parte del 113 a Ferrara Soccorso, che inviò sul posto un’ambulanza ed un’automedica, giunte sul posto rispettivamente alle 6.15 ed alle 6.18. All’arrivo sul posto il personale del 118 trovava il paziente “riverso a terra, prono con le mani ammanettate dietro la schiena […] era incosciente e non rispondeva”. L’intervento si concluse, dopo numerosi tentativi di rianimazione cardiopolmonare, con la constatazione sul posto della morte del giovane, per “arresto cardio-respiratorio e trauma cranico-facciale”. Sulla povera salma vennero riscontrate 54 tra lesioni ed ecchimosi. Il 6 luglio 2009 quattro poliziotti vengono condannati in primo grado a 3 anni e 6 mesi di reclusione, per “eccesso colposo nell’uso legittimo delle armi”. Il 21 giugno 2012, dopo l’iter giudiziario, la Corte di cassazione ha confermato la condanna. Il caso è stato oggetto di grande attenzione mediatica.