24 FEBBRAIO 2003: MUORE ALBERTO SORDI

 

sordi

“Mamma mia, che impressione!” È così la carriera dell’Albertone nazionale: impressionante per quantità di film, di successi, di capacità di cogliere nelle sue pieghe più riposte la meschinità dei suoi contemporanei ma anche in grado di delineare personaggi complessi ma capaci di riscatto civile e morale (come si diceva una volta). Se da una parte si pensa a tutta la serie di arrivisti, maneggioni, magliari che Sordi ha interpretato dall’altra i protagonisti di film come Una vita difficile, La grande guerra e Tutti a casa emergono come figure di tutt’altra conformazione. Chi poi è rimasto ancorato a un Sordi dalla battuta sapida, dalla disinvoltura più esibita che reale, al Sordi attore ‘comico’ che parla con la pastasciutta nell’impagabile sequenza di Un americano a Roma dimentica, a torto, che è stato l’interprete di una magistrale ‘commedia drammatica’ ispirata a un libro di Cerami Un borghese piccolo piccolo. Sordi è così, anche nella vita: un misto di bonarietà e di acuta ironia con quel tanto di disincanto che la romanità (quella ‘vera’) porta nei propri geni ma anche con quel senso profondo della tragedia del quotidiano che lo ha portato a girare (come regista e interprete) un film ‘debole’ ma con una sequenza finale di allucinata bellezza come Nestore. L’ultima corsa. Storia di un italiano. Alberto è stato capace, negli alti e bassi dei suoi film, di fare anche questo scrivere qualche capitolo della storia della nostra società. Riuscendo a farsi amare da tutti.

TRATTO DA: http://www.mymovies.it/biografia/?a=659

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