Il grande dittatore (titolo originale The Great Dictator) è un film statunitense del 1940 diretto, prodotto e interpretato da Charlie Chaplin. Rappresenta una forte parodia del nazismo e prende di mira direttamente Adolf Hitler e il movimento nazista tedesco. Per alcune sue peculiarità, è considerato un evento straordinario. Nel 1941 ottenne cinque candidature al premio Oscar, inclusi miglior film e miglior attore allo stesso Chaplin. I personaggi del film sono evidenti caricature dei personaggi reali, così come alcuni nomi che compaiono:
Adenoyd Hynkel (Astolf Hynkel nel doppiaggio del 1988), il fui (führer nella versione originale) della Tomania (or. Toimania) – Adolf Hitler, dittatore della Germania
Bonito Napoloni (Benzino Napaloni), duce di Batalia (Bacteria) – Benito Mussolini, duce d’Italia
Garbitsch – Joseph Goebbels
Herring – Hermann Goering
Segretaria di Hynkel – Eva Braun
Signora Napoloni – Rachele Mussolini
Ostria (Osterlich) – Austria
L’importanza del film va valutata anche alla luce del fatto che all’epoca della sua uscita gli Stati Uniti non erano ancora in guerra con la Germania e ancora poco si sapeva degli orrori del Nazismo e ancor meno della persecuzione antisemita. E questa considerazione non fa che ingigantire i meriti civili e storici della pellicola e dimostrare come il Cinema possa a volte svolgere un fondamentale ruolo di supplenza informativa.
Si tratta del primo film in cui Chaplin parla; tuttavia egli non è ancora avvezzo al sonoro e privilegia il linguaggio a lui più congeniale della gag del cinema muto, dalle quali proviene anche il personaggio di Charlot, il vagabondo romantico e dal cuore d’oro, che era stato il protagonista di tantissimi film del regista, che di questo personaggio ha finito per fare una specie di alter-ego, incarnazione della sua concezione di vita all’insegna di un pacifismo poeticamente anarchico e trasognato. La difficoltà del regista nel gestire in modo originale il sonoro si coglie appieno se si confrontano le parti dialogate (tutte piuttosto convenzionali, se non apertamente retoriche, come i discorsi di più esplicita evidenza morale e politica) e quelle dinamiche, all’insegna quest’ultime di una mimica gestuale assolutamente esilarante nella sua geniale comicità. E’ qui che noi assistiamo al meglio della grande arte cinematografica di Chaplin, fatta di grandi intuizioni umoristiche e di caustiche (ma mai volgari o banali) frecciate contro il potere ed i potenti.