Le Pasque veronesi furono un episodio di insurrezione della città di Verona e dei suoi dintorni contro le truppe di occupazione francesi, comandate dal generale Napoleone Bonaparte. Verso la fine del 1796 tutta la parte occidentale del territorio della Repubblica di Venezia era infatti stata occupata militarmente dalle forze della Repubblica Francese: a una a una le città più importanti della terraferma — Bergamo, Brescia, Peschiera e Vicenza — vedono l’arrivo dell’Armata d’Italia, guidata da Napoleone Bonaparte. A Verona i francesi giunsero il 1° giugno 1796 e s’impossessarono subito dei forti della città come pure di varie chiese, adibite poi a ospedali e a ricoveri per la truppa. Il rapporto fra cittadini e forze d’occupazione fu sempre difficile, anche a causa delle continue confische di beni praticate dagli occupanti. Il malcontento della popolazione locale si saldò in una rivolta che iniziò la mattina del 17 aprile 1797, il lunedì di Pasqua; la popolazione esasperata riuscì a mettere fuori combattimento più di mille soldati francesi, soprattutto nelle prime ore della battaglia, mentre i militi francesi cercavano di rifugiarsi nei castelli della città, successivamente presi d’assalto. L’insurrezione terminò il 25 aprile 1797 con l’accerchiamento della città da parte di 15.000 soldati: le conseguenze a cui la città e i cittadini dovettero far fronte furono principalmente il pagamento di ingenti somme e le razzie di opere d’arte e di beni.
Nella foto: figuranti in Piazza delle Erbe a Verona durante una rievocazione storica degli avvenimenti del 1797.