Finisce la guerra civile spagnola, durata tre anni. Cade la Repubblica. Si instaura la crudele dittatura fascista del “generalissimo” Francisco Franco che durerà fino al 1975, anno della sua morte. Fra il 1936 e il 1939 si scatenò in Spagna una guerra civile che vide contrapposti due blocchi ideologici e che affondava le proprie radici negli anni venti, quando la Spagna era dominata dal generale Primo de Rivera il cui governo non fu in grado di affrontare la crisi economica del 1929 alla quale seguì inevitabilmente una crisi politica che si concluse nel 1931 con la fine della monarchia e l’inizio della repubblica. Dopo la caduta della dittatura di Primo de Rivera e della monarchia, il governo repubblicano spagnolo aveva resistito ad un colpo di stato militare (1932) e ad una insurrezione anarchica (1934). La situazione sociale del paese era molto tesa, caratterizzata dalla contrapposizione tra una classe dominante (aristocrazia terriera, appoggiata dalla chiesa) fortemente reazionaria e una classe operaia e contadina di tendenze anarchiche. Quando nel 1936 il fronte popolare, un eterogeneo cartello elettorale che andava dai repubblicani moderati ai comunisti, vinse le elezioni e andò al governo, si scatenarono una serie di rivolte popolari che colpirono gli ex-ceti dominanti (proprietari terrieri, notabili, clero). Questi ultimi reagirono finanziando lo squadrismo filofascista e fomentando un colpo di stato militare.
Ebbe così inizio il cosiddetto “alzamiento”, l’insurrezione militare capeggiata dal generale Francisco Franco. I militari ribelli, di stanza in Marocco, grazie all’aiuto della marina militare tedesca, riuscirono a trasportare le proprie truppe nella madrepatria e in poco tempo conquistarono la Spagna sud-occidentale. Il governo repubblicano però resistette grazie ad una parte delle forze armate e alla mobilitazione popolare e riuscì a mantenere la parte nord-est del paese (la più ricca) e la capitale. L’Italia e la Germania si mobilitarono subito in aiuto di Franco, con l’invio di truppe volontarie e materiale bellico. La Germania inviò soprattutto aerei e piloti, sperimentando in terra spagnola l’efficienza della sua aviazione. Nessun aiuto significativo invece giunse alla repubblica dalle potenze democratiche. L’Inghilterra rimase neutrale mentre la Francia tentò di promuovere una politica di non intervento impegnando anche Germania e Italia in un trattato che però non venne mai rispettato. Solo l’URSS si impegnò inviando materiale bellico e favorendo la formazione delle Brigate Internazionali, formate da antifascisti provenienti da tutti i paesi. Tra questi anche italiani e tedeschi che cercarono di combattere il fascismo fuori dai confini dei loro paesi. L’operazione fu però rilevante più sul piano politico che su quello militare. Mentre Franco rinsaldava la sua azione ottenendo l’appoggio dell’aristocrazia terriera, del clero e anche della borghesia moderata, spaventata dalla rivoluzione anarchica, il fronte popolare si spaccava, sia sulla strategia militare sia sull’organizzazione politica. I contrasti in particolare contrapponevano gli anarchici (insofferenti a qualsiasi inquadramento militare o politico) e gli altri partiti, che volevano continuare la lotta uniti contro i fascisti. Si giunse persino ad uno scontro armato a Barcellona tra anarchici e comunisti. Questi ultimi, forti dell’aiuto dell’URSS, si diedero ad una politica repressiva stalinista che portò all’eliminazione fisica di molti militanti anarchici. Le divisioni nel fronte popolare portarono anche all’affievolirsi dell’appoggio delle popolazioni e favorirono l’avanzata franchista. Nel ’38 i franchisti riuscirono a spaccare in due il territorio controllato dai repubblicani. A questo punto anche l’URSS si tirò fuori dalla partita, e nel 1939 un’offensiva finale dei nazionalisti portò alla conquista di Madrid. La guerra civile spagnola, che provocò 500.000 morti e danni economici incalcolabili, si configurò come un’anticipazione della seconda guerra mondiale, sia per il suo carattere di conflitto ideologico sia per l’uso di tecniche militari “moderne” come i bombardamenti, le rappresaglie e i rastrellamenti.