La realtà è semplice, ma l’uomo la complica. Nei rapporti sociali e politici, ma anche nell’attività conoscitiva, l’uomo complica le cose e crea molti enti ingiustificati e inutili, che la semplicità francescana aiuta a sfrondare. Il sapere e la società sono oppressi da enti inutili e infondati. “Frustra fit per plura quod potest fieri per pauciora”. “Si fa inutilmente con molte cose ciò che si può fare con poche”. Questo principio, detto il rasoio di Occam, promuove una visione chiara, semplice, della realtà e propone rapporti sociali ispirati al rispetto delle persone e alla semplicità dell’amore cristiano. Sotto l’azione del rasoio cadono anche i presunti fondamenti delle pretese teocratiche del papato. Nella realtà esistono soltanto i singoli enti, persone e cose, e Dio onnipotente. Il principio della libera onnipotenza divina, secondo Occam, dissolve la selva di mediazioni ideali e di potere che la tradizione filosofica e teologica ha inutilmente costruito: Dio, nella sua onnipotenza, non ha bisogno di apparati di mediazione e di rappresentanza, di organizzazioni e di ordini gerarchici, di cui si servono invece i limitati sovrani di questo mondo. Guglielmo di Occam nasce intorno al 1290 nei pressi di Londra, entra molto giovane nell’ordine francescano, studia e insegna ad Oxford. Nel 1324, accusato di eresia, si reca ad Avignone, allora sede del papa, per difendersi. Lì incontra Michele da Cesena, generale francescano, anche lui alle prese con accuse di eresia: nelle lotte all’interno dell’ordine si è, infatti, schierato con gli “spirituali”, i fraticelli che sostengono l’ideale della povertà rigorosa contro i “conventuali”, che riconoscono alla Chiesa il diritto alla proprietà. Nel 1328 Occam e il suo superiore fuggono da Avignone a Pisa presso Ludovico il Bavaro, l’imperatore in lotta con il papa. Lo seguono a Monaco di Baviera, dove Occam muore nel 1349 travolto dalla peste che sconvolge l’Europa. Dopo la fuga da Avignone, la sua produzione intellettuale è tutta diretta a contestare le pretese teocratiche della Chiesa: l’ideale della povertà francescana, che già aveva ispirato la sua lotta contro gli inutili e ingiustificati enti della metafisica, orienta adesso le sue riflessioni sul potere, politico e spirituale. Centro del pensiero di Occam è il volontarismo, la concezione secondo cui Dio non avrebbe creato il mondo per “intelletto e volontà” (come direbbe Tommaso d’Aquino), ma per sola volontà, e dunque in modo arbitrario, senza né regole né leggi, che ne limiterebbero, secondo Occam, la libertà d’azione. Ne consegue che anche l’essere umano è del tutto libero, e solo questa libertà può fondare la moralità dell’uomo. Questa posizione di Ockham anticipa per alcuni aspetti la riforma protestante di Lutero; conseguenza del pensiero di Ockham, infatti, è la negazione del ruolo di mediazione fra Dio e l’uomo che la Chiesa si è attribuita. Il Papa infatti è fallibile, secondo Guglielmo, e non può attribuirsi alcun potere, nè temporale nè spirituale, giacchè la sola possibilità per l’uomo di salvarsi deriva dalla grazia divina.
26 MAGGIO 1328 – Guglielmo di Ockham fugge da Avignone
- Autore dell'articolo:Galli Gabriele
- Articolo pubblicato:26 Maggio 2016
- Categoria dell'articolo:Accadde Oggi
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