25 MARZO 1960: GOVERNO TAMBRONI

tambro

La breve esperienza del governo di Fernando Tambroni (nella foto) segna il passaggio dalla stagione politica del centrismo – cominciata con l’esclusione di socialisti e comunisti dal governo all’inizio della Guerra Fredda – a quella del centrosinistra Dalla seconda metà degli anni Cinquanta infatti, la Democrazia Cristiana e i suoi alleati iniziano a considerare l’ipotesi di un’apertura al Partito Socialista di Pietro Nenni, il quale, dal 1956, aveva abbandonato l’alleanza strategica con i comunisti.

Ciò avviene nel clima della distensione internazionale; tuttavia, forti sono le resistenze di quanti interpretano l’ingresso del PSI nell’area di governo come il cavallo di Troia dei comunisti. La contrapposizione fra fautori del centrosinistra e difensori di una politica conservatrice che attraversa le classi dirigenti, è all’origine dell’instabilità politica che, fra il febbraio 1959 e il marzo del 1960, determina il fallimento dei tentativi di trovare una maggioranza di governo. Nel marzo 1960 il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi assegna a Tambroni l’incarico di formare un governo. Questi, esponente della sinistra democristiana e già ministro degli Interni, avrebbe dovuto guidare un governo di transizione verso una maggioranza di centrosinistra. Tuttavia, il discorso con il quale, il 6 aprile, Tambroni si presenta alle Camere per chiedere la fiducia, è tutt’altro che ispirato alle indicazioni di Gronchi e della segreteria DC: non compare infatti alcun riferimento all’apertura ai socialisti, viene espresso un indirizzo politico ispirato al binomio “legge e ordine”, e non viene fatto cenno del carattere transitorio del governo. In questo modo Tambroni riesce a ottenere la fiducia per la prima volta grazie ai 24 voti del Movimento Sociale Italiano, determinando uno spostamento a destra degli equilibri politici e favorendo il tentativo del partito neofascista di uscire dall’isolamento in cui fin dalla sua nascita era stato relegato. Quando fu chiaro che i voti missini erano stati determinanti per il governo, Tambroni fu fatto oggetto di feroci critiche e di accuse di filo-fascismo e, su richiesta del direttivo del partito (l’11 aprile), dovette dimettersi. Dopo nuovi tentativi, da parte di Amintore Fanfani di formare il governo con una maggioranza diversa, si arrivò al 21 aprile, quando il presidente Giovanni Gronchi decise di respingere le dimissioni di Tambroni. Il 29 aprile il politico democristiano ottenne la fiducia anche al senato, nuovamente grazie all’appoggio esterno dell’MSI (128 voti favorevoli e 110 contrari). Nel frattempo montava l’opposizione contro il governo Tambroni, accusato da sinistra di aprir le porte ai neofascistiLa decisione, presa in una riunione di partito sabato 14 maggio 1960, di convocare il sesto congresso del Movimento sociale italiano a Genova, città decorata di medaglia d’oro della Resistenza e da cui era partita l’insurrezione del 25 aprile, fu presa come un’occasione per indebolire il governo Tambroni. Va detto, inoltre, che il precedente congresso missino si era svolto a Milano, città anch’essa decorata con la medaglia d’oro, senza nessuna protesta (a Milano i missini appoggiavano la giunta comunale fin dal ’56). Inizialmente la convocazione del congresso missino al teatro Margherita, in via XX Settembre, non suscitò alcun tipo di reazione in città. Il 30 giugno di ex-partigiani e le sinistre organizzano  un’imponente manifestazione preceduto da un violento discorso di Sandro Pertini che si scaglia contro l’idea di tenere il congresso missino a Genova. Ben presto la manifestazione degenera e violentissimi sono gli scontri con la polizia. Molti manifestanti vengono arrestati dalla polizia. Il congresso missino viene revocato ma questo non basta a placare la sinistra che nei giorni successivi scende in piazza in tutt’Italia. Sempre piu’ debole, Tambroni è costretto a dimettersi e a constatare il fallimento dell’apertura verso destra. Il 5 agosto 1960, quando il nuovo governo Fanfani ottiene la fiducia con l’astensione del Partito Socialista, si apre una nuova pagina nella storia dell’Italia repubblicana. Da questo momento il PSI parteciperà quasi ininterrottamente per trentaquattro anni alle maggioranze di governo a fianco della DC.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.