“Tenet” di Christopher Nolan (2020)

Approfittando di una pausa nell’epidemia escono i film nelle sale, da vedere finalmente senza vicini molesti che mangiano patatine per tutta la proiezione. Belli larghi, che meraviglia!

Tenet è tecnicamente una storia di spionaggio. Riepiloghiamo l’ossatura essenziale.
Un agente segreto indaga su un trafficante di armi russo che riceve ordini dal futuro. Scopre che l’uomo collabora per distruggere l’umanità del presente, in modo che quella del futuro (in possesso di una tecnologia per vivere il tempo a ritroso) possa salvarsi da una catastrofe climatica. Usando quella stessa tecnologia, il protagonista tornerà sui propri passi per porre rimedio a un suo errore e salvare il mondo.

Se avete dimestichezza, vale a dire se avete in gioventù letto senza risparmio fantascienza di serie B (non Dune, non gli Urania, parlo dei racconti sui tesseratti, i paradossi e i viaggi nel tempo), allora il film è un godimento e non c’è niente che debba essere spiegato perché conoscete l’ABC della materia.
E che poesia! l’inversione con parte delle scene che vanno avanti nel tempo e parte indietro, camminando a ritroso, guidando in retromarcia e con i proiettili che rientrano nella pistola. Che bello!

Altrimenti c’è poco da dire. Se non sapete gestire correttamente i paradossi temporali Nolan stavolta non ve lo spiega. Giustamente, ché gli spiegoni di Interstellar ancora ci stanno sul gozzo.
Accenna, questo si, ed esagera volentieri, come quando per distruggere un quadro falso dirotta un aereo sulla pista e lo scaglia contro un deposito superblindato.

I soldi da spendere infatti ci sono e si vedono. Il film è stato girato in sette diversi paesi tra distruzioni e battaglie raccontate con gusto e dispendio di risorse.

Washington junior è bravo e totalmente asessuato, la bionda  Elizabeth Debicki è stangona abbastanza da far escludere fin da subito perfino l’idea di un contatto carnale tra i due. Michael Caine si gode moltissimo nel rilevare che il protagonista si veste come un pezzente rifatto, Kenneth Branagh è il cattivo che tutti vorrebbero avere come vicino.

Ripeto: se amavate le raccolte mensili di Asimov e ne avete fatto scorpacciate, troverete la poesia al cinema. In difetto, non garantisco.

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