di Rosanna Montanari
Ricordate quel film, con Adam Sandler, ”Big Daddy”? Uno scavezzacollo che da un giorno all’altro si ritrova nel ruolo di padre con un bambino di 5 anni da accudire?
Una commediola dove, tra l’intrecciarsi di varie storie, non passa inosservata l’educazione di questo neo padre nei riguardi di un bambino a lui sconosciuto.
La “soluzione”, perché il piccolo si adatti, sarà di fargli fare delle scelte libere: dal come vestirsi, cosa mangiare, fino a cambiarsi addirittura il nome.
Tutto molto enfatizzato e discordante, ma portare il bambino a delle scelte del tutto individuali per adattarsi ad un contesto a lui sconosciuto, agevolerà la relazione.
Un altro film noto è “Mi chiamo Sam” con il grande Sean Pean, dove un padre affetto da un ritardo mentale, sarà in grado di prendersi cura della sua bambina mettendosi, non ha alternative, al suo stesso livello, facilitato dal fatto che, brutto a dirsi, le sue abilità sono quelle di un bambino.
Fa riflettere vero?
Durante il periodo di Natale, è andato in onda uno sceneggiato sulla di vita Maria Montessori, interpretata dalla simpatica e brava Paola Cortellesi. In questa fiction si percepisce facilmente come l’insegnamento consista nel favorire l’esperienza della vita e che tramite questa si provi il piacere di imparare.
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