di un amico della rete di cui non ricordiamo il nome, ma ringraziamo.
“Non si può negare che il governo cubano abbia compiuto uno sforzo serio per migliorare l’educazione, l salute e gli sport. (…)
Ma ogni persona istruita sa che i servizi bisogna pagarli con la produzione propria o altrui. E siccome Cuba produceva molto poco, li pagava con la produzione altrui, che arrivava nell’isola sotto forma di sussidi. Una volta finito lo straordinario apporto dall’estero tanto le scuole che gli ospedali sono diventati un passivo insostenibile per l’impoverita società cubana.
Oggi a Cuba ci sono scuole senza libri, senza matite, senza carta; spesso scolari e professori non possono nemmeno andarci per mancanza di mezzi di trasporto; molti edifici scolastici sono sul punto di crollare per mancanza di manutenzione (…)
Altrettanto dicasi per gli ospedali ridotti ad enormi gusci vuoti, dove non esiste anestesia, dove manca il filo di sutura, dove a volte non c’è nemmeno l’aspirina e dove i pazienti devono portarsi da casa le lenzuola. (…)
E’ importante che l’idiota latino americano (…) si renda conto che quella che a lui sembra una prodezza della rivoluzione, in realtà è solo una spropositata ed arbitraria attribuzione di risorse. Cuba ad esempio ha un medico ogni 220 persone. La Danimarca uno ogni 450 abitanti. Questo vuol forse dire che i danesi devono fare una rivoluzione per raddoppiare il loro numero di medici, o non sarà invece che Cuba ha sprecato irresponsabilmente centinaia di milioni di dollari per educare medici perfettamente inutili se si dovesse tener conto di una forma razionale di organizzazione dei servizi ospedalieri?
Qualsiasi governo faccia un uso sventato delle risorse della società in una sola direzione può ottenere un apparente ed assai circoscritto successo, ma sempre a scapito degli altri settori, che lascia necessariamente al margine degli sforzi di sviluppo.
E’ ovvio: ogni società deve usare le proprie risorse armonicamente per evitare terribili distorsioni. Se per esempio il Paraguay dedicasse tutti i suoi sforzi a diventare una potenza spaziale, può anche darsi che in capo a quindici anni riuscirebbe a mettere in orbita qualche spaventato abitante di Asuncion, ma nel frattempo avrebbe insensatamente impoverito tutto il resto della nazione. (…)
Ancora più severo sarebbe il giudizio sull’argomento della “potenza sportiva”. E’ vero che nelle Olimpiadi Cuba vince più medaglie d’oro della Francia. Ma questo dato non fa altro che rivelare che la povera isola dei Caraibi usa le sue scarsissime risorse nel modo più stupido che si possa concepire.”
(Pagine 161 – 163 dek Manuale del perfetto idiota latino americano di Vargas Llosa)
C’è poco da aggiungere, direi, se non che investire somme spropositate in settori vetrina è da sempre una caratteristica di tutti i regimi totalitari. Lo fanno perché c’ sempre qualcuno che abbocca… voi.