22 FEBBRAIO 1914: nasce a Catanzaro Renato Dulbecco. Nel 1930, a soli 16 anni, si iscrive alla facoltà di medicina e chirurgia dell’Università di Torino dove conosce Rita Levi Montalcini e Salvador Luria che avranno entrambi grande influenza nella sua vita. Laureatosi nel 1936, svolge il servizio militare come ufficiale medico. Viene poi richiamato allo scoppio della guerra operando prima sul fronte francese poi su quello russo dove nel 1942 viene gravemente ferito e rimane molti mesi in ospedale. Rientrato in Italia, dopo l’8 settembre, si unisce alla resistenza sempre come medico. Nel 1947 lascia l’Italia per gli Stati Uniti. Chiamato da Salvador Luria all’Università dell’Indiana a Bloomington, svolge attività di ricerca sui batteriofagi ottenendo importanti risultati. Si trasferisce in seguito al California Institute of Technology dove nel 1955 isola il primo mutante del virus della poliomielite contribuendo in maniera determinante alle ricerche di Sabin per il vaccino.
Nel 1958 comincia a interessarsi alla ricerca oncologica, studiando virus animali che provocano forme di alterazione nelle cellule. La scoperta più importante è la dimostrazione che il DNA del virus viene incorporato nel materiale genetico cellulare, per cui la cellula subisce un’alterazione permanente. Negli anni Settanta lavora prima a Londra, all’Imperial Cancer Research Fund, dove ha la possibilità di sviluppare ricerche nel campo dell’oncologia umana e successivamente al Salk Institute di La Jolla (California). In Inghilterra e in California ottiene risultati importantissimi applicando le metodologie utilizzate per lo studio dei batteriofagi allo studio dei virus delle cellule animali in coltura. Riesce a purificare il virus della poliomielite e a produrre un vaccino geneticamente puro. Si dedica in seguito all’azione dei virus oncogeni sulle cellule normali e delle modalità della trasformazione di queste ultime in cellule cancerogene. Nel 1975 gli viene conferito il premio Nobel assieme a David Baltimore e Howard Temin per le ricerche sull’interazione tra i virus tumorali e il materiale genetico della cellula.
Nel 1986 lancia il Progetto Genoma Umano, con l’obiettivo di decifrare il patrimonio genetico dell’uomo.
Nel 1993 rientra in Italia e da allora lavora presso l’Istituto di Tecnologie Biomediche del CNR di Milano, oltre a guidare la Commissione Oncologica Nazionale e a ricoprire l’incarico di presidente emerito del Salk Institute.
Completata, nel 2003, la mappatura del genoma, passa a occuparsi di un nuovo progetto che ha portato, nel 2005, all’individuazione dei geni responsabili del carcinoma mammario.
Muore il giorno 20 febbraio 2012, due giorni prima di compiere 98 anni, a La Jolla dove stava lavoravando presso l’istituto Salk.
Ricordiamo dunque, oggi, un uomo che ha reso grande l’Italia nel mondo.