26 FEBBRAIO 1903: NASCE GIULIO NATTA, GENIO DIMENTICATO

GIULIO NATTA

Laureatosi in ingegneria chimica nel 1924, segue, a Friburgo, gli studi del professor Staudiger sulle macromolecole. Ne intuisce l’importanza e, tornato a Milano, porta avanti la ricerca sui polimeri a struttura cristallina. Nel 1963, viene insignito del Premio Nobel per la Chimica per la realizzazione del polipropilene isotattico e del polietilene ad alta densità, polimeri che verranno commercializzati dalla Montecatini con il nome di Moplen e Meraklon. Con lui inizia l’era della plastica. Al civico 7 di via Petrarca, a Porto Maurizio (Imperia), una targa commemorativa sistemata nel dicembre del 2003, ricorda la sua casa natale. Si tratta dell’unico tributo che l’ingrato Stato italiano ha dedicato a Giulio Natta (nella foto).  Natta si aggiudicò, in coppia con il chimico tedesco Karl Ziegler il premio Nobel per aver  scoperto insieme la sintesi stereospecifica del polipropilene, utilizzando dei catalizzatori contenenti titanio. E ora questi vengono comunemente chiamati catalizzatori di Ziegler-Natta. La resina termoplastica, universalmente nota con il nome di Moplen (in Italia reclamizzata dal re dei barzellettieri Gino Bramieri), è stata davvero una ventata di innovazione e modernità. Questo materiale ha di fatto cambiato il mondo per la sua praticità ed economicità. Il Premio Nobel nato a Porto Maurizio, si diplomò ad appena 16 anni al Liceo classico Cristoforo Colombo di Genova. E frequentò un biennio in matematica nella stessa città. Nel 1921 si iscrisse al corso di laurea in Ingegneria Industriale al Politecnico di Milano e l’anno successivo divenne allievo interno all’Istituto di Chimica generale del Politecnico. Si laureò in ingegneria chimica nel 1924, a soli 21 anni di età. Quindi, nel 1925, accettò una borsa di studio a Friburgo in Brisgovia, in Germania, presso il laboratorio del professor Seemann, entrando in contatto con il gruppo di lavoro di Hermann Staudinger che si occupava di macromolecole. In questo contesto intuì l’importanza e le potenzialità delle macromolecole. E tornato a Milano iniziò uno studio sulla struttura cristallina di polimeri. Fu professore incaricato di Chimica generale al Politecnico (tra il 1925 e il 1932) e tenne anche un corso di chimica fisica presso l’Università di Milano (1929-1933). Nel 1933 vinse il concorso alla cattedra di Chimica generale dell’Università di Pavia, dove rimase fino al 1935, quando venne chiamato a ricoprire la cattedra di Chimica Fisica dell’Università La Sapienza di Roma. Una carriera prestigiosissima la sua. Culminata in quell’intuizione, frutto di lunghi studi, che gli valse il Nobel e la ribalta internazionale. Un grande prestigio per l’Italia che ha completamente dimenticato il suo figlio illustre.

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