L’esercito di Bruto viene sconfitto in modo decisivo da Marco Antonio e Ottaviano. Bruto si suicida. Dopo l’assassinio di Cesare, Bruto e Cassio, che avevano organizzato la congiura, avevano lasciato il suolo italico e avevano preso il controllo delle province orientali, a partire dalla Grecia e dalla Macedonia fino alla Siria. A Roma i protagonisti della scena politica (Antonio, Ottaviano e Lepido) avevano incontrato in un primo momento l’ostilità del senato nei confronti del loro strapotere. Infine, però, un accordo fu raggiunto sia fra i tre uomini, che diedero vita al secondo triumvirato, sia fra i triumviri e il senato stesso. Così, Marco Antonio, Lepido ed Ottaviano – postisi a capo delle legioni fedeli a Roma – poterono volgere il proprio sguardo ad est, dove li aspettava lo scontro con i cesaricidi. Il loro obiettivo non era solo quello di vendicare la morte del dittatore, ma anche di reimpossessarsi delle province orientali che si erano di fatto autonomizzate dal potere di Roma. La battaglia fu vinta dai membri del secondo triumvirato, soprattutto per merito di Antonio. Ottaviano non era un grande uomo di guerra e rimase in disparte. Lepido era invece rimasto in Occidente per occuparsi della situazione in Italia.
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Nella foto il busto di Marco Antonio, il grande vincitore di Filippi