14 FEBBRAIO 496: Papa Gelasio istituisce la festa di San Valentino

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Con questa decisione, il Papa volle  porre fine ai lupercalia, antichi riti pagani dedicati al dio della fertilità Luperco. Tali riti che si celebravano il 15 febbraio prevedevano infatti festeggiamenti sfrenati ed erano apertamente in contrasto con la morale cristiana. Sebbene la figura di san Valentino sia nota anche per il messaggio di amore di cui si era fatto, l’associazione specifica con l’amore romantico e gli innamorati è certamente posteriore e si tende a farla risalire al poeta britannico Geoffrey Chaucer in cui prese forma la tradizione dell’amor cortese grazie all’opera “I racconti di Canterbury” in cui si associa la ricorrenza al fidanzamento di Riccardo II d’Inghilterra con Anna di Boemia Alla sua diffusione, soprattutto in Francia e in Inghilterra, contribuirono i benedettini, attraverso i loro numerosi monasteri, essendo stati affidatari della basilica di San Valentino a Terni dalla fine della seconda metà del VII secolo. Soprattutto nei paesi di cultura anglosassone, e per imitazione anche altrove, il tratto più caratteristico della festa di san Valentino è lo scambio di valentine, bigliettini d’amore spesso sagomati nella forma di cuori stilizzati o secondo altri temi tipici della rappresentazione popolare dell’amore romantico (la colomba, l’immagine di Cupido con arco e frecce, e così via). A partire dal XIX secolo, questa tradizione ha alimentato la produzione industriale e commercializzazione su vasta scala di biglietti d’auguri dedicati a questa ricorrenza È stato stimato che ogni anno vengano spediti il 14 febbraio circa un miliardo di biglietti d’auguri, numero che colloca questa ricorrenza al secondo posto, come numero di biglietti acquistati e spediti, dopo il Natale. Ma chi era veramente San Valentino? SanValentino, patrono di Terni, degli innamorati e degli epilettici, nacque nel 176 d.C. a Interamma Nahars (antica Terni) e morì martire a Roma, nel 273. Fu convertito al Cristianesimo e ordinato Vescovo da San Feliciano di Foligno nel 197. Nel 270, Valentino si trovava a Roma, giunto su invito dell’oratore Cratone, per predicare il Vangelo e convertire i pagani. Sollecitato dall’imperatore Claudio II il Gotico a sospendere la celebrazione religiosa e ad abiurare la propria fede, rifiutò di farlo; anzi, tentò di convertire l’imperatore al Cristianesimo. Claudio II lo graziò dall’esecuzione capitale, affidandolo ad una nobile famiglia, ma Valentino venne arrestato una seconda volta sotto Aureliano, succeduto a Claudio II. L’impero proseguì nelle sue persecuzioni contro i cristiani e i vertici della Chiesa di Roma e, dato che la popolarità di Valentino stava crescendo, i soldati romani lo catturarono e lo portarono fuori città, lungo la via Flaminia, per flagellarlo, temendo che la popolazione potesse insorgere in sua difesa. Valentino morì decapitato nel 273 per mano del soldato romano Furius Placidus, agli ordini dell’imperatore Aureliano. Nel dipinto San Valentino, visto da Leonhard Beck.

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