Il ponte aereo per Berlino (1948-1949) fu un’azione intrapresa durante la Guerra Fredda dagli Stati Uniti e dai loro alleati dell’Europa occidentale per trasportare cibo e altri generi di prima necessità nella Berlino Ovest circondata dai sovietici. Il 24 giugno 1948, l’Unione Sovietica bloccò gli accessi ai tre settori occupati da statunitensi, inglesi e francesi di Berlino, tagliando tutti i collegamenti stradali e ferroviari che giocoforza attraversavano la parte di Germania sotto controllo sovietico. Le parti occidentali della città furono anche scollegate dalla rete elettrica, anch’essa sotto controllo sovietico. Berlino ovest divenne una buia città assediata, senza viveri né medicinali. Il comandante delle truppe di occupazione statunitensi, generale Lucius D.Clay propose di inviare una grossa colonna corazzata attraverso le strade che collegavano la Germania Ovest a Berlino. La colonna avrebbe marciato pacificamente per scortare gli aiuti umanitari ma sarebbe stata pronta a rispondere al fuoco se bloccata o attaccata. Il Presidente Harry S. Truman reputò la proposta foriera di un inaccettabile rischio di guerra e dette incarico al generale Albert Wedemeyer, comandante dell’aviazione statunitense in Europa, di studiare la fattibilità di un ponte aereo. Il 25 giugno, il giorno dopo l’inizio del blocco, venne istituito un enorme ponte aereo che poi durerà 462 giorni. Centinaia e centinaia di aeroplani, chiamati affettuosamente “Rosinenbomber” (bombardieri d’uva passa) dalla popolazione locale, trasportarono una enorme varietà di provviste, da interi container pieni di viveri, carbone e medicinali a piccoli pacchetti di caramelle con attaccato un minuscolo paracadute individuale per i bambini (i pacchetti di caramelle paracadutati furono ideati dal pilota Gail Halvorsen). Gli ammalati gravi ed i bambini venivano evacuati dalla città con gli stessi aerei. Gli aeromobili vennero forniti e volarono dagli Stati Uniti d’America, dal Regno Unito e dalla Francia, ma gli equipaggi furono forniti anche dall’Australia, dal Sudafrica e dalla Nuova Zelanda. Furono in totale effettuati 278.228 voli, trasportando 2.326.406 tonnellate di cibo e altre forniture, tra cui 1.500.000 tonnellate di carbone per riscaldamento e produzione di energia elettrica, dando vita al più grande trasporto umanitario della storia. All’apice dell’operazione atterravano a Berlino 1.398 voli ogni 24 ore trasportando 12.940 tonnellate di viveri, carbone e macchinari. L’Unione Sovietica tolse il blocco a mezzanotte del 12 maggio 1949. Il ponte aereo continuò comunque fino al 30 settembre; era intenzione delle democrazie occidentali di costituire a Berlino sufficienti scorte in caso i sovietici bloccassero di nuovo la città. Il fallimento del “blocco di Berlino” fu uno smacco enorme e precipitò la situazione verso la creazione di due stati tedeschi, uno democratico e parte del blocco occidentale e l’altro retto da una dittatura comunista, controllata da Mosca.
Nella foto: I tre corridoi aerei tra Germania Ovest e Berlino